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Villaverla. “Non solo multe, ma anche l’affitto di casa ai sinti”

28 Sep 1995, Branesti, Romania --- A group of gypsies stand by a field, en route to their home in Calarasi. A man holds a six-week baby in his arms. --- Image by © Barry Lewis/CORBIS

350 euro al mese per l’affitto di un’abitazione a Villaverla. C’è anche questo tra le ‘spese’ che Caritas ha sostenuto per una famiglia di sinti residenti nel comune del sindaco Ruggero Gonzo, che non ha mai fatto mistero della difficoltà di integrare quella famiglia che da tempo risiede nella sua città e che è fonte di continue lamentele da parte di cittadini. Con lettere e reclami, in molti si sono rivolti al sindaco chiedendo che la famiglia, composta da padre, madre e tre figli, venisse allontanata da quel contesto abitativo, in quanto le loro usanze non erano ‘in sintonia’ con il vivere comune.

Sindaco Gonzo, ha fatto scalpore la notizia che la Caritas abbia pagato alcune sanzioni ai rom. Sappiamo che è successo anche a Villaverla.

Certo. Lo so per certo, ma non è tutto qui.

Può spiegare?

Possiamo iniziare ricordando una mia ordinanza di sgombero di una roulotte dalla zona industriale. Per ‘riscattare’ il mezzo è intervenuta la Caritas.

Voi però avete una famiglia che abita in una casa…

Sì. E ci sono tre bambini. Mi sono adoperato in prima persona per farli andare a scuola, che è il primo passo per tentare l’inserimento nella società. La Caritas di Villaverla era a conoscenza del caso e ha quindi interessato la Caritas Diocesana Vicentina. Proprio Caritas ha preso un appartamento, per il quale ha speso 350 euro al mese per sostenere le spese dell’affitto.

E le bollette?

Quelle non so chi le paga o le ha pagate. So che Caritas aveva trovato un lavoro alla Cooperativa Verlata per il capofamiglia. Due volte la settimana, mi pare, per mezza giornata. Lui è andato un po’ di volte, poi ha detto che 100 euro al mese erano troppo pochi e non è più andato. Immagino che ci sia qualcuno che paga anche le bollette, perché so per certo che la famiglia sinti non vuole pagarle.

E i vicini di casa come hanno reagito a questa prova di integrazione?

Non bene, ci sono stati problemi con le altre persone che abitano nel rione. Molti cittadini hanno interpellato il comune. Non volevano i sinti lì, perché le loro abitudini e il loro stile di vita non combaciano con gli usi normali ai quali i cittadini (non sinti) sono abituati. Abbiamo dovuto decidere di trasferire la famiglia e Caritas ha disdetto l’affitto.

E poi cosa avete fatto o avete intenzione di fare?

Circa tre mesi fa mi sono seduto ad un tavolo con Giovanni Sandonà, direttore della Caritas Vicentina e con il parroco di Villaverla. Ora stanno sistemando il Centro Missionario di Villaverla e i rom saranno trasferiti lì, dove alloggeranno gratuitamente.

Ma come facevano a vivere?

So per certo che Caritas forniva loro anche i viveri, come fanno per tante persone bisognose alle quali regalano le così dette ‘borse viveri’. Ma loro continuano a mendicare. Ci sono problemi anche perché questi sinti continuano ad andare a chiedere l’elemosina davanti a negozi e supermercati.

Sindaco Gonzo, lei crede nell’integrazione?

Io sono a favore dell’integrazione. Ma non basta la mia o la nostra buona volontà. In primo luogo sono (in questo caso parliamo di rom) loro che devono avere la voglia di inserirsi nella società. E lo devono dimostrare con gesti pratici, accettando di vivere secondo le regole del vivere comune. La famiglia che risiede a Villaverla continua imperterrita con le sue ‘abitudini’ e noi dobbiamo intervenire continuamente per arginarli. Per questo dico, che se un’associazione, come in questo caso la Caritas, decide di farsi carico della loro integrazione, poi deve anche seguirli nel percorso.

E ora che si trasferiranno al Centro Missionario, non teme che i cittadini se la prendano?

Intanto bisogna vedere se a loro va bene andare a vivere lì. Io non sono sicuro e non si possono portare di peso. Sinceramente anche io sono qui che sto osservando la situazione, vediamo cosa succede.

 

Potremmo concludere qui, ma visto che la questione Caritas-rom è nata dalla domanda di un nostro lettore e dalla risposta e dalle prove che siamo andati a cercare, ci permettiamo di andare oltre. E ci chiediamo. Perché Caritas si è sentita in dovere di smentire il suo intervento economico a favore dei sinti?

Proprio Caritas, un’associazione di una tale portata umanitaria, che nel suo sito internet dedica uno spazio a ‘rom e sinti’ con elencati “percorsi di inclusione sociale per nuclei familiari e minori Rom e Sinti secondo un approccio collaborativo, basato sulla relazione e sull’ascolto e considerando il rispetto della legalità da parte delle popolazioni Rom e Sinte quale percorso parallelo al rispetto dei diritti umani”.

Perché negare l’evidenza e rinnegare la ‘carità cristiana’ elargita?

Anna Bianchini