Superstrada pedemontana veneta riassunta in poche parole dai detrattori di questo progetto come la storia di uno scandalo annunciato, bollata da Cristina Guarda (lista Moretti) come “il flop firmato Zaia”.
Un’opera che sul progetto deve fare da ponte tra l’ovest e l’est veneto, da Treviso a Vicenza, ma che ha visto transitare per il momento soldi e interessi che poco hanno a che fare col bene della comunità. Questo il sunto della consigliera regionale veneta Guarda che, nei giorni caldi del summit decisivo per stabilire la sorte del cantiere, fa le pulci all’operato di Zaia con conti alla mano.
“Zaia si prenda le sue gravi responsabilità – dichiara Guarda – Un Veneto sventrato senza assicurarsi di avere le garanzie che venisse pagato il conto della Sis la società privata che avrebbe dovuto ‘prestare’ i soldi”. Punta molto sulla mancata presa di posizione di Zaia che nel 2013, a fronte della possibilità do rivedere il contratto firmato da Galan nel 2009 in project financing con cui la Sis si accaparrava il colossale cantiere veneto. “Un contratto farsa – continua Guarda – dove i vantaggi erano solo per i furbi privati finanziatori e non per i cittadini”.
Mentre le cifre sballano, passando dall’iniziale costo di 750 milioni di euro ai 2 miliardi cui la Sis non riesce a far fronte, sul tempo di consegna risulta quasi utopistico parlare, il nervosimo generale affonda le radici nel non sapere chi alla fine sborserà i quattrini per pagare il tutto. “Pagherete voi che avete permesso tutto ciò – continua Guarda – o come sempre saranno i cittadini veneti e italiani a farlo?”
In attesa di sapere se Cassa Deposti e Prestiti, dove confluiscono i libretti e i buoni fruttiferi postali degli italiani, darà il via libera al nuovo piano economico finanziario (pef) a fronte delle nuove proposte per tentare di salvare il progetto, quali abbassamento dei pedaggi, aumento dell’equity (fondi a rischio proprio) del concessionario, i cantieri stradali che si snodano su questa arteria rallentano progressivamente la loro tabella di marcia lavorativa.
Sarà anche tempo di ferie o sarà perché i soldi non arrivano per pagare operai e materiali, quanto sta accadendo nel territorio veneto per la Guarda “E’ una vergogna”.
Paola Viero