Aumentano i casi di violenza sulle donne. In Veneto, nell’ultimo anno, i femminicidi sono saliti da 17 a 21 e sono state registrate 592 denunce per reati a sfondo sessuale e 1.033 per stalking.

Numeri che hanno impressionato anche Manuela Lanzarin, assessore regionale al Sociale, che ha deciso di convocare un tavolo regionale antiviolenza per  mettere a punto le possibili strategie per prevenire e contrastare le violenze di genere.

“La violenza contro le donne riflette il permanere di una cultura di disuguaglianza tra uomini e donne – ha spiegato Lanzarin in un comunicato diffuso da Regione Veneto – Anche nella nostra società è un fenomeno che si rivela ancora  troppo diffuso e non solo limitato dentro le mura di casa o alle relazioni domestiche”.

Il tavolo regionale, rinnovato nei giorni scorsi con la nomina di Marta Mogicato, Roberta Toffoli, Patrizia Maria Zantedeschi e Genny Giordano, responsabili di centri antiviolenza o di case di rifugio, e di Catia Morellato e Alessandra Dall’Arche, per la loro esperienza medica e nei servizi di pronto soccorso,  ha il compito di coordinare la rete delle strutture e delle associazioni antiviolenza e di formulare proposte per piani annuali di azione e di intervento, come previsto dalla legge regionale 5/2013 per la prevenzione e il contrasto alle violenze contro le donne.

“Di fronte alla recrudescenza dei femminicidi, che sono solo la punta dell’iceberg dei Manuela Lanzarinmaltrattamenti e delle prevaricazione di genere – ha sottolineato Manuela Lanzarin – non basta potenziare le strutture di accoglienza e assistenza alle donne. Dobbiamo sostenere le donne che hanno il coraggio di riconoscere e di denunciare comportamenti violenti, ma, prima ancora, dobbiamo lavorare di più e meglio per promuovere una cultura del rispetto reciproco tra generi, che sia universale e condivisa da tutti, indipendentemente da nazionalità, provenienza, appartenenza religiosa o reddito. Dagli esperti e dai professionisti che siedono al tavolo regionale – ha concluso l’assessore indicando i prossimi obiettivi di lavoro – ci attendiamo indicazioni e proposte per intervenire, con ancora maggiore efficacia, nelle scuole, nei servizi, nei luoghi di lavoro per promuovere il rispetto della dignità della donna, ad ogni età ed in ogni condizione, e contrastare fenomeni di subalternità o dipendenza fisica, emotiva, psicologica o economica che inducono le donne a subire in silenzio”.

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