Le celebrazioni per il Centenario della Grande guerra e il loro aspetto storico e militare diventano lo spunto per una riflessione più approfondita sul territorio dell’Alto Vicentino e per studiare nuove strategie turistiche, in vista di una sua riqualificazione.
Venerdì sera in occasione della fiera di San Martino si è chiusa ufficialmente a Velo d’Astico la mostra itinerante organizzata da AVVI – Attraverso le valli dell’Alto Vicentino, un gruppo di professionisti tra cui geometri, architetti e geologi.
Grazie alla scoperta di materiale inedito sui cantieri di guerra nella zona del colle di Meda e del vicino Poggio Curegno reperito all’Iscag (Istituto storico e di cultura dell’Arma e del Genio) di Roma, hanno destato non poco interesse tra gli storici locali, tra cui Luigi Cortelletti e Silvio Zenere, intervenuti alla serata.
Il materiale, organizzato coerentemente in decine di pannelli illustrativi, era stato lasciato in esposizione qualche mese anche in vari locali pubblici di Velo ed ha avuto la sua consacrazione quando è stato presentato al Muse (Museo delle scienze) di Trento in un convegno a settembre.
Adesso il materiale è a disposizione dei vari istituti scolastici del vicentino, che hanno già dimostrato di apprezzare il lavoro svolto. In giugno infatti uno studente del Ceccato di Thiene si è diplomato con una tesina in cui ha presentato un originale progetto di ristrutturazione di un manufatto militare, i cui resti sono ancora visibili ai piedi del colle di Meda.
Il gruppo AVVI, da anni impegnato a far riflettere su una idea di territorio da considerare come un’unica identità, porta avanti un progetto ambizioso che tocca nel vivo gli aspetti paesaggistico-ambientali della Val dell’Astico e della Val Posina.
Lo scopo è quello di creare delle reti di servizi che diano vita a una nuova economia per lo sviluppo di un turismo ‘dolce’ e sostenibile, fatto di percorsi pedonali e ciclabili, di riqualificazione degli edifici abbandonati nelle zone rurali e di nuclei di attrazione per la promozione dei prodotti locali.
‘Partendo dall’analisi del territorio – ha dichiarato Teresa Dardo, architetto di AVVI – ci siamo dovuti presto confrontare con le conseguenze ancora visibili della Prima guerra mondiale e sui punti di connessione per una futura riqualificazione, finalità ultima del nostro lavoro’. Di notevole interesse è la creazione di modelli in 3D e l’uso della moderna cartografia per rintracciare e localizzare con precisione i chilometri di trincee e di camminamenti con una sovrapposizione virtuale con la cartografia del periodo bellico.
Prossimo impegno di AVVI sarà quello di proporre un progetto editoriale sul lavoro svolto con la collaborazione degli storici, la creazione di un modello tridimensionale interattivo sul web della zona Schio-Thiene-Valdagno, la promozione di nuovi percorsi di archeologia industriale e la proposta di un percorso di trekking ad anello che interessi tutta la zona della Alta Val Posina e dell’Alta Val d’Astico.
Marta Boriero