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Velo d’Astico. Dagli attivisti vicini ai centri sociali, solidarietà ai migranti

Profughi sì o profughi no? Dopo il ‘no migranti’ di ieri sera a Velo d’Astico, che ha visto il gruppo ‘Prima noi’ tentare il blocco dell’accesso dei 7 africani nella casa privata destinata ad ospitarli, oggi al Municipio di Velo, c’è stato anche chi ai profughi ha detto ‘sì’.

Questa mattina, alcuni giovani vicini alla realtà del centro sociale Arcadia, hanno indetto una conferenza stampa per manifestare la loro contrarietà a quanto accaduto ieri sera a Velo.

“La scuola dell’odio si è diffusa fino a Velo d’Astico – hanno commentato i giovani – Dopo Quinti di Treviso ed Eraclea, l’episodio si è ripetuto dimostrando come i gesti di intolleranza e rigetto nei confronti dell’ospitalità si stiano moltiplicando, con il beneplacito anche di alcune istituzioni. Questo nuovo modus operandi mira ad alzare il livello dello scontro nella guerra tra poveri. Tale metodo consiste nel fomentare la paura, l’odio e l’aggressività nei confronti dei migranti, incanalandola in gesti e proteste violenti, volti a distogliere in tal modo l’attenzione dai reali problemi sociali e da coloro che ne sono i veri responsabili. E’ evidente come questo sta portando a perdere sempre di più lo spirito di solidarietà fra le persone e a una regressione sempre più pericolosa dei diritti di ognuno. Noi vogliamo ribadire – hanno continuato – che nel nostro territorio non può trovare spazio una simile forma di politica e vogliamo portare la nostra solidarietà ai migranti, vere vittime di questi gesti deplorevoli”.

Di diverso avviso Alex Cioni, che con il gruppo ‘Prima noi’ ieri ha manifestato contro l’arrivo dei profughi a Velo d’Astico. “Quanto accaduto ieri è la dimostrazione che la pazienza della gente è al limite – ha spiegato insieme a Filippo Costabeber, Luciano Collareda e Giuseppe De Marchi, tutti membri di Prima Noi – Confermo che il gruppo non ha nessuna identificazione di tipo politico o partitico, ma nasce dalla volontà di alcune persone che non sono più disposte ad accettare le bugie del governo in merito ai profughi. In questa situazione di emergenza – ha concluso – siamo al cospetto del classico specchietto per le allodole che serve ad alimentare il business dell’accoglienza”.

A.B.