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Valli-Schio. Ricordare la storia per non ripeterne gli errori. Weekend con l’arciduca d’Austria

Immagina un weekend da trascorrere con l’erede di un impero. Non un impero economico, ma un impero vero e proprio, fatto di palazzi, corone, saloni per grandi ricevimenti e titoli nobiliari.

L’erede dell’impero austro-ungarico.

Succede tra Schio e Valli del Pasubio, dove nel lungo weekend del 2 giugno è arrivato l’arciduca Markus d’Asburgo Lorena, pronipote degli imperatori Francesco Giuseppe ed Elisabetta, accompagnato dalla moglie, l’arciduchessa Hildegard. La seconda volta per loro tra Schio e Valli, dove si è instaurata una profonda amicizia e scambi storico-culturali con le amministrazioni comunali.

L’arciduca è arrivato venerdì sera e dopo un giro in Altopiano per onorare i defunti italiani e austriaci nel Centenario della prima Guerra Mondiale, a Schio ha partecipato alla commemorazione della ‘Battaglia del Monte Ciove’ e a Valli ha presentato il ‘Progetto Maximilian I’, la bozza di un percorso per rilanciare il turismo legato all’antica strada di Rovereto.

Artefice dell’amicizia con l’arciduca è Marco Brunello, che del Forte Maso, ai piedi dell’Ossario di Valli, sta facendo un punto di riferimento per le celebrazioni del Centenario.

Una presenza non da poco quella di Markus d’Asburgo Lorena. Proprio mentre l’Austria vuole costruire un muro al Brennero per contrastare l’arrivo dei profughi che arrivano dall’Africa scappando da conflitti bellici, si celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale, che vide Italia e Austria contrapposte. La dichiarazione che ha dato il via alla Grande Guerra è stata firmata nello studio del bisnonno di Markus, quel Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria, che in quel momento si trovava nella casa di campagna nel cuore del paese a Bad Ischl.

L’arciduca vive proprio lì, con la moglie Hildegard, nella Kaiservilla.

E’ l’erede di un imperatore, eppure è una persona di una semplicità disarmante. E’ vero che i tempi sono cambiati, che oggi l’unico impero esistente è in Giappone e che le monarchie non sono più quelle di una volta, ma sentir risuonare il nome degli Asburgo fa sempre un certo che.

Markus Asburgo Lorena è cresciuto a Bas Ischl, nella villa preferita di sua bisnonna Sissi, che per addolcire la visione delle pareti ricoperte dalle teste imbalsamate di cervo, trofei di caccia del marito, riempiva i giardini di fiori, sempre ben visibili dalle vetrate del palazzo. Giardini e trofei che ci sono ancora e che accolgono visitatori affascinati dall’atmosfera incantata della casa di Sissi.

Markus Asburgo Lorena segna il passo tra il passato e il futuro. Nelle sale private della Kaiservilla, fuori dagli occhi dei turisti, la televisione digitale, con tanto di Playstation e lettore dvd, si trova sotto i due ritratti degli imperatori d’Austria che si vedono in ogni libro di storia. Hildegard serve il thè nel salotto privato, usando i servizi della nonna e la zuccheriera d’argento con l’effige della casa imperiale e senza accorgerti, ti ritrovi ‘spaparanzato’ nel divano dell’imperatore.

L’arciduca conosce la storia ed è immensamente orgoglioso della sua casata e dei nomi altisonanti dei suoi avi. Racconta le storie di re e regine che passavano a palazzo quando lui ancora non c’era o  era bambino. E nel momento in cui ti racconta del ceffone preso dalla mamma quando, sporco e sudato, si è presentato in sala da pranzo per magiare con i Savoia, ti rendi conto che i bambini hanno voglia di giocare e basta, che siano figli di imperatori, di impiegati, di insegnanti o di  profughi. Quando Markus d’Asburgo Lorena parla della guerra capisci che la storia si ripete e che se una volta c’erano confini di montagna nei quali giovanissimi ragazzi si uccidevano a vicenda, ora ci sono muri di cemento per sbarrare la strada ad altrettanti giovani. Ma il concetto, non cambia.

Anna Bianchini