Con l’inaugurazione ufficiale del ponte a corde sulla Strada del Re, Valli del Pasubio ha dato il via ad un weekend di eventi storici e artistici di altissima qualità. Il taglio del nastro sul ponte tibetano ha lasciato di stucco i presenti, consapevoli che si sarebbero trovati davanti ad un’opera così impattante, ma che al momento di percorrerla, hanno potuto vivere sulla loro pelle il brivido dell’emozione.
Un brivido che nasce dal camminare sospesi a 35 metri di altezza su di una struttura metallica, in grado di oscillare accompagnandosi al vento, ma allo stesso tempo capace di sostenere il ‘fiume umano’ che oggi, all’ok del sindaco Armando Cunegato, si è riversato su quelle corde d’acciaio che attraversano il vuoto. Un brivido anche poter vedere la Val Leogra dall’alto, oggi infreddolita dall’autunno in arrivo e ingrigita da nuvole possenti che facevano spazio ai sibili taglienti e gelidi del vento. “Un ponte in grado di generare emozioni – come ha spiegato Carlo Costa, l’architetto incaricato del progetto Va.Po.Re., all’interno del quale è stato realizzato il ponte a corde – Un’opera esemplare, di forte impatto per il turismo”.
Il nome proprio dell’opera è ‘Ponte Avis’, in ricordo di un incidente stradale accaduto proprio sulla Strada del Re il 1 settembre 1956, che ha chiamato a raccolta gli abitanti del territorio, ai queli è stato chiesto di donare sangue ai superstiti e che, dopo quel fatto, ha portato alla nascita dell’Avis Schio-Val Leogra.
“Dopo il ventennio fascista, non era mai successo che si investissero soldi qui – ha spiegato entusiasta Armando Cunegato – L’idea è nata qualche anno fa durante un incontro a Recoaro. C’era la possibilità di prendere un finanziamento da un milione di euro per il turismo. Abbiamo fatto squadra tra comuni (Valli, Posina e Recoaro, da qui il nome del progetto Va.Po.Re) e in venti giorni abbiamo delineato un progetto che è stato approvato”.
Non nasconde la soddisfazione il primo cittadino di Valli, che con la sua amministrazione ha dovuto scavalcare ostacoli e detrattori per dare vita al ponte a corde, che alcuni definivano insicuro, altri inutile e altri ancora uno spreco di soldi e di tempo. E invece il Ponte Avis ora è lì e oggi tutti, istituzioni e non, ci si sono catapultati sopra nonostante il freddo, le vertigini e le raccomandazioni di mantenere distanze di sicurezza. I presenti hanno anche lanciato una vera e propria sfida alla tenuta delle corde d’acciaio, perché se il diktat è ‘una persona a distanza di due metri dalla precedente’, oggi su quel ponte pareva di essere in spiaggia a Jesolo a Ferragosto. Risultato: tenuta perfetta alla faccia dei gufi.
“Con il progetto Va.Po.Re. e con il ponte a corde abbiamo dimostrato il valore di appartenere a un territorio e non solo a dei comuni – ha sottolineato Cunegato – E’ un’opera che siamo convinti sarà in grado di rilanciare il turismo nella nostra area. Mi dispiace solo, ma mi dispiace proprio tanto, che nessun rappresentante della Regione Veneto si sia fatto vedere. Forse non hanno capito l’importanza di quello che stiamo facendo”. Costantino Toniolo, ex consigliere regionale della precedente giunta Zaia, invece c’era: “Con questo ponte l’amministrazione di Valli del Pasubio ha dimostrato la lungimiranza e la capacità nel saper utilizzare i soldi pubblici”.
Il ponte a corde, che in pratica è un ponte tibetano con quattro corde invece di tre, ha riscosso un successo e si può definire ora un successo, forse il più eclatante dopo la gestione della frana del 2010, dell’amministrazione Cunegato.
Valli del Pasubio si prepara ora a dare seguito al weekend di eventi, che domani si aprirà con una camminata artistica sulla Strada delle Gallerie fino a Rifugio Papa. Settanta artisti saranno lungo il percorso ad esibirsi in performance legate alla storia del luogo, proprio nel centenario della Grande Guerra. E nelle gallerie 16, 17 e 34 ci saranno le proiezioni luminose dell’artista Marco Nereo Rotelli e le narrazioni di alcune poesie tratte dal diario del capitano Picone.
Alle 19 a Forte Maso, alla presenza di Peppe Servillo, la proiezione del docu-film ‘La linea del Pasubio’, di Matteo Raffaelli, fatto in collaborazione con Peppe Servillo e Bepi Magrin. E alle 21 in duomo, spettacolo finale, per salutare un fine settimana come nell’Alto Vicentino se ne erano visti pochi.
Anna Bianchini