Continua a suscitare polemiche e commenti taglienti la targa in memoria del cane Arturino collocata lungo la Strada delle 52 Gallerie del Pasubio in Val Camossara dove il quattro zampe aveva trovato la morte circa un anno fa precipitando in una scarpata. La piccola epigrafe è considerata da molti fuori luogo e irrispettosa del sacrificio di migliaia di soldati durante il primo conflitto bellico.
E le discussioni sui social non si limitano al caso di Arturino, ma si stanno allargando a tutte quelle targhe poste a ricordo degli escursionisti deceduti durante il percorso, che negli anni hanno tappezzato la via sacra, e considerate anche loro inopportune e irriguardose del bene comune.
‘In questi giorni stiamo leggendo una serie di considerazioni sugli animali – ha commentato a seguito di queste polemiche Federica De Pretto, neo presidente dell’Enpa Thiene-Schio – che ci stanno facendo gelare il sangue nelle vene. Sono molto amareggiata dagli insulti, dalla cattiveria, dall’odio che traspare verso gli animali in alcuni commenti. In un post pubblicato dal gestore del Rifugio sul Pasubio, questo si scandalizza per la targa affissa in ricordo del cane Arturino. Apriti cielo! Fiumi di parole, benpensanti scatenati, si grida allo scandalo, sacralità deturpata, e chi ne ha più ne metta. Persone che, a giudicare da come si esprimono, con una volgarità davvero rara, probabilmente non conoscono nulla della storia di quelle montagne. Ma si inneggia ai soldati morti, eroi immolati alla Patria, come se una targhetta per Arturo potesse in qualche modo far sbiadire alcuni valori. Persone che minacciano di andare a sradicare la targhetta di persona. Che gesto eroico! Se trattasi di affissione abusiva va rimossa dagli enti competenti, insieme a tutte le altre. Ciò non toglie che nessuno, tanto meno una targhetta, può far dimenticare a tutti noi quello che è successo su quelle montagne’.
‘Personalmente – ha precisato ancora la presidente – non avrei mai messo una targa del genere, ma credo che le cose di cui tutti noi dovremmo scandalizzarci siano ben altre. Potremmo farne un elenco molto lungo. Con questo non si vuole giustificare la targhetta ma davvero quello che sta succedendo è troppo. Si scopre anche che in quel rifugio, costruito su una montagna, abitata in primis dagli animali, luogo in cui l’essere umano è ospite e dovrebbe entrare in punta di piedi, nel rifugio, gli animali non sono ammessi. Anzi, si viene cacciati se si entra con un cagnolino. E poi vediamo foto di degrado in quei luoghi. Immondizie gettate dappertutto. Nessuno si scandalizza per questo? I giornali non gridano allo scandalo? Concludo raccomandando di tenere i cani al guinzaglio in montagna. Liberi sono un pericolo per se stessi, per gli altri, per la fauna selvatica. Arturino è vittima due volte’.
Marta Boriero