Erano oltre mille gli Alpini giunti ieri all’Ossario del Pasubio sul Colle Bellavista per la cerimonia conclusiva del pellegrinaggio nazionale.
Guidati da Sebastiano Favaro, presidente nazionale Ana (Associazione Nazionale Alpini) e dal presidente provinciale Luciano Cherobini, hanno presenziato solenni e silenziosi davanti al presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti, al presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati, al generale Domenico Innecco, presidente dell’associazione 3 novembre (titolare del Sacello Ossario) e ai numerosi rappresentanti delle istituzioni e delle amministrazioni locali.
La cerimonia al Sacello Ossario ha concluso una tre giorni di commemorazioni che quest’anno, in occasione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, ha assunto un’importanza particolare riversando ai piedi del Monte Sacro un’ondata di emotività e rispetto per i tanti giovanissimi soldati morti per difendere la patria.
La lampada votiva, conosciuta come ‘lampada della pace’, è arrivata in pellegrinaggio da Monte Berico ed è stata posizionata all’interno del Sacello. Una delle sue tante tappe che, dal 2015 al 2018, per tutta la durata delle celebrazioni del Centenario, la vedrà spostarsi nei tanti ossari che racchiudono le spoglie dei giovani militari che hanno strenuamente combattuto per il loro paese.
Trattandosi di un luogo commemorativo che prevede che la bandiera italiana non possa mai essere ammainata e quindi rialzata, l’alzabandiera è stato sostituito da un commovente saluto alla bandiera, accompagnato dall’inno nazionale e dai più noti canti degli Alpini.
Come sempre in queste circostanze, le autorità hanno sottolineato l’importanza di celebrare il ricordo dei defunti per non rendere invano il loro sacrificio. Al tempo stesso, “la conoscenza della storia, se interpretata in maniera corretta, permette di evitare gli errori del passato”.
Particolarmente sentito il discorso di Luciano Cherobini, presidente provinciale Ana, che dopo aver letto la benedizione del Vescovo di Vicenza Ferdinando Rodolfi (datata 1918) e invocando una nuova apertura del governo italiano alla formazione militare ha detto: “Vorrei vedere uno Stato più deciso. Oggi noto incertezza nelle istituzioni governative, che molto spesso danno risposte che sono in netta contrapposizione con le nostre abitudini e le nostre tradizioni. L’aria di montagna purifica – ha concluso nel suo intervento – per questo, per imparare dal passato, trovare nuove idee e rigenerare lo spirito, mi piace celebrare il ricordo dei Caduti nei Sacelli tra i monti”.
A.B.