La Regione Veneto annuncia che l’8 marzo iniziera’ la vaccinazione degli anziani dai 110 anni in giu’, che sara’ portata avanti contemporaneamente alla vaccinazione degli anziani dagli 80 anni in su, gia’ partita. I sindacati dei pensionati, che nei giorni scorsi hanno piu’ volte criticato la scelta di iniziare la campagna di vaccinazione dagli 80enni e non dai piu’ anziani, rivendicano quindi il risultato. La Regione “si e’ finalmente resa conto che i grandi anziani hanno la stessa dignita’ dei piu’ giovani di fronte al Covid 19, oltre al fatto che rischiano di piu'”, affermano Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. “Il nostro intervento pubblico per sottolineare che il calendario della Regione non teneva conto dei piu’ fragili era del 12 febbraio”, ricordano Elena Di Gregorio (Spi), Vanna Giantin (Fnp) e Fabio Osti (Uilp). “Da quel momento siamo stati ancor di piu’ sommersi di chiamate ed email di anziani molto preoccupati per la loro salute, e di loro famigliari. Dopo di noi, altri hanno sottolineato l’iniquita’ di quella programmazione, che rischiava di arrivare troppo tardi a tutelare la categoria di fatto piu’ indifesa di fronte al virus. Possiamo dire che, per una volta, la Regione ci ha ascoltato”. Tuttavia, la programmazione della Regione, specie per quanto riguarda gli anziani, “resta aleatoria”, in quanto le informazioni che si possono reperire in merito alla vaccinazione a domicilio sono “insoddisfacenti”. Di fatto “sulla sezione del sito della Regione dedicata ai vaccini non c’e’ nulla e, parimenti, nessuna Ulss ha pubblicato informazioni chiare sulla loro pianificazione”, segnalano i sindacati.
“Non possiamo permettere che ci siano incertezze: la mancanza di informazione genera uno stress emotivo molto grande agli anziani e ai loro famigliari, che si sentono sballottati da un centralino all’altro”. Un ultimo punto riguarda poi il coinvolgimento dei medici di base: “vigileremo affinche’ i protocolli siano applicati e i medici di base siano un anello fondamentale di questa campagna. Purtroppo, riceviamo segnalazioni negative anche in questo senso, con dottori che si smarcano dalle loro responsabilita’”, concludono Spi, Fnp e Uilp
I numeri
In Veneto 238.505 soggetti hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid, e di questi 118.383 hanno gia’ ricevuto anche la seconda, completando il ciclo di vaccinazione. Il totale delle dosi somministrate in Veneto e’ quindi pari a 356.833. Al momento risultano invece consegnate 400.020 dosi di vaccino Pfizer, 43.600 dosi di vaccino Moderna, 120.400 dosi di vaccino AstraZeneca. Nella giornata di ieri, 2 marzo, sono state somministrate 10.535 dosi, il numero piu’ alto dall’inizio della campagna vaccinale.
Questi i dati diffusi oggi dalla Regione Veneto, aggiornati alle 18.30 di ieri
Una sola dose per chi ha avuto già il Covid 19
“Sui soggetti già infettati da Sars Covid2, verrà diffusa una circolare da parte della direzione generale prevenzione del Ministero della Salute per cui ci sarà una sola dose di vaccino, in quanto l’infezione svolge il ruolo di priming, che viene svolto di solito dalla prima dose”. Lo ha annunciato ieri sera , il presidente del Css Franco Locatelli in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Locatelli aggiunge che ci sarà “la sola eccezione dei soggetti immuno-depressi, per i quali vale il principio di massima cautela e si preferisce continuare con le due somministrazioni”.
Un algoritmo stabilirà chi avrà la priorità
Un algoritmo sviluppato dagli statistici dell’Università Milano Bicocca individua per nome e cognome le persone dai 18 ai 79 anni che hanno la priorità al vaccino in base al loro profilo clinico. L’indice di fragilità è stato calcolato incrociando le informazioni della Banca dati assistiti delle regioni con i flussi di sorveglianza dei tamponi, dei ricoveri e dei decessi per Covid nella prima ondata e nella seconda. L’applicazione di questo sistema – spiegano i ricercatori – consente di evitare centinaia di intubazioni e decessi. L’algoritmo, adottato dalla Lombardia, verrà comunicato al Ministero della Salute.