Ancora caos tamponi nella Ulss7 Pedemontana, sale il numero di richieste di vaccino da parte degli over 50 anche se ancora troppi no vax ‘affossano’ le proiezioni di una presa di coscienza maggiore da parte di utenti che avevano finora rifiutato l’inoculazione, ma nell’ospedale Alto Vicentino sono ben 4 i bambini piccolissimi ricoverati per covid.

Il 2022 sta macinando numeri da record in fatto di pandemia e in Veneto non sembra arrestarsi l’escalation di contagi. A farne le spese, un sistema sanitario sempre più sotto pressione: che si parli di ospedali o di medici di base, l’elefante si muove in una cristalleria dove non si riesce ad aggiustare una situazione che subito se ne deteriora un’altra.

Parliamoci chiaro: siamo in fase di emergenza acuta come ricorda quasi come un mantra ricorrente anche il governatore Luca Zaia e il sistema per quanto rodato sta vivendo una situazione di stress molto importante: ad oggi in Veneto sono stati eseguiti 144.161 tamponi totali e su questi 18.357 hanno dato esito positivo con un incremento del 2,2% rispetto al giorno precedente. In tutta la regione i soggetti attualmente positivi sono ora 232.482: una seppur lieve flessione da qualche giorno invece sulle terapie intensive che dopo aver toccato quota 201 il 10 gennaio sono oggi scese a 188.

E nell’alto vicentino? Non è ancora arrestata di fatto l’onda lunga degli utenti in coda negli ospedali, dove soprattutto a Santorso continuano a registrarsi disagi e malumori per uno screening divenuto ormai un’agonia. Nonostante una media di oltre 2800 tamponi al giorno solo tra Asiago, Bassano e appunto Santorso, non si smaltisce la richiesta di molecolari, o rapidi che siano: a causare però le lagnanze più forti il sistema che verrebbe adottato secondo il quale la precedenza, eccettuati i bambini, darebbe priorità alle prenotazioni. Prenotazioni che però hanno tempi medi di una settimana per trovare posto.

“Io ho tentato di prenotare attraverso il portale” – racconta una mamma in fila a Santorso con il bambino che piange in braccio – “con l’impegnativa del mio medico dovevo fare il tampone di uscita, ma le prime disponibilità sono il 22 o 23 gennaio: sono quindi venuta con mio figlio di un anno a tentare perchè non posso aspettare 8 giorni senza esiti, ho un lavoro che mi attende, cosa dovrei fare? E come me tanti altri, logico che poi la gente litiga”.

E se Atene piange, Sparta non ride. L’altro tasto dolente sono infatti i call center: anche lì estenuanti tentativi per poter parlare e sul più bello magari cade la linea, intasata. Un calvario che ha trovato però ascolto, tra gli altri, nei Sindaci della Valle dell’Astico che con Giordano Rossi primo cittadino di Velo D’Astico in testa, hanno deciso di scrivere al dg Carlo Bramezza: “Proprio un paio di giorni fa” – si fa portavoce Franco Bertagnoli, Presidente dell’Unione Montana Alto Astico – “abbiamo mandato una missiva all’azienda sanitaria. L’intento non è quello di protestare in quanto siamo ben consci del momento, ma ci siamo appellati al buon senso e allo spirito di ascolto dimostrato in più occasioni dal Direttore Bramezza affinchè si ponga un rimedio ai disservizi che esasperano i cittadini. Ci vuole pazienza e sono certo che la nostra richiesta troverà riscontro”.

 

Sul fronte vaccinazioni invece i numeri fotografano una situazione positiva per l’Ulss7: “Stiamo lavorando alacremente” – dichiara il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Liviano Vianello – “perché è evidente che l’unico modo per contenere questa pandemia è quello di procedere spediti nel proteggere con la vaccinazione tutta la nostra gente e su questo punto stiamo riscontrando un aumento della sensibilità della popolazione anche a fronte delle recenti decisioni prese a livello governativo. E’ però contemporaneamente necessario che le misure di prevenzione, cioè distanziamento, utilizzo delle mascherine e disinfezione delle mani, siano mantenute con grande attenzione, data l’elevata contagiosità del virus ed in particolare di questa variante Omicron. Un ottimo risultato si è ottenuto in questi giorni relativamente alla somministrazione della terza dose ‘Booster’: il 52,2% della popolazione vaccinata con la prima e seconda dose (ciclo completo) ha già avuto la somministrazione della terza dose”.

Sale così anche grazie ad un massiccio aumento di prime dosi agli over 50 il numero dei vaccinati: nella nostra Ulss l’82%, superiore al 77,87% della media regionale. A opacizzare però una situazione definita ‘di responsabilità’, i quasi 62mila ad oggi non vaccinati: “Analizzando i dati relativi ai ricoverati per Covid, questi risultano essere 21,5 per 100.000 abitanti tra i vaccinati, contro 154,4 per 100.000 abitanti tra i non vaccinati, che dunque in proporzione risultano avere una possibilità oltre 7 volte superiore di essere ricoverati. Più il numero dei non vaccinati si ridurrà – dichiara il Direttore Sanitario Antonio Di Caprio – minore sarà l’impatto della pandemia sullo stato di salute della popolazione e di conseguenza le richieste di ricovero per patologia Covid, al fine di ritornare al più presto alla normalità nell’erogazione dei servizi”.

Marco Zorzi

 

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