Il numero degli esami di Laboratorio dell’Ospedale Altovicentino, diretto da Antonio Antico, è arrivato a più di tre milioni nel 2015, ed era di due milioni e mezzo tre anni fa. Per adeguare la strumentazione al crescente carico di lavoro, la Direzione ha deciso di estendere il sistema di alta automazione anche alle aree diagnostiche di ematologia e coagulazione, permettendo di automatizzare tutte le fasi operative.
Con l’avvio dell’Ospedale Altovicentino nel 2012, per consolidare nel Laboratorio unico l’attività allora svolta nelle due strutture di Thiene e Schio e in previsione di un suo aumento, fu introdotta nella Medicina di Laboratorio una piattaforma tecnologica che estese l’automazione completa a tutte le fasi degli esami di chimica clinica, immunologia e allergologia, che rappresentano circa il settanta percento del totale dei test erogati ogni giorno.
Il nuovo modello organizzativo, che aveva come obiettivo dare valore ai bisogni del paziente, ha aumentato l’efficienza del servizio perché ha permesso di ridurre gli errori e aumentare la sicurezza del cittadino; ridurre il numero delle provette utilizzate e quindi la quantità dei rifiuti speciali con un minore impatto sull’ambiente; avere la completa tracciabilità e rintracciabilità di tutti i campioni lavorati mediante un unico software che gestisce tutta la piattaforma.
“Tutte le provette, dopo la presa in carico da parte del sistema informatico – spiega Antico – saranno inserite nell’automazione da un’unica postazione di caricamento, smistate da un unico punto e depositate nella sezione refrigerata, disponibili per qualsiasi accertamento.
Un’equipe di tecnici e laureati gestirà l’intero processo analitico. Il consolidamento della strumentazione dell’ematologia e della coagulazione caricherà sull’automazione circa altre mille provette, che sommate alle duemila di Chimica Clinica ed Immunochimica già gestite quotidianamente dal sistema, porterà il carico di lavoro finale a circa tremila tubi”.
“Il risultato più importante di questa nuova organizzazione – aggiunge il Direttore Generale, Daniela Carraro – sarà quello di armonizzare le risorse economiche e umane: il personale tecnico recuperato dalla manualità operativa potrà esprimere meglio la propria preparazione professionale. In più, questo proietterà il nostro servizio, rapportato a quelli di pari dimensioni, tra quelli tecnologicamente più avanzati del Veneto”.