Sindaci sempre più soli nell’affrontare l’emergenza profughi.
La dimostrazione arriva direttamente da Tonezza del Cimone, con il sindaco Diego Dalla Via che ha chiesto aiuto per affrontare il prossimo arrivo di un centinaio di richiedenti asilo.
Il primo cittadino ha chiamato in aiuto la conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4, i Carabinieri e la Prefettura di Vicenza, che però non si è degnata di partecipare all’incontro.
Davanti alla richiesta del governo (rappresentato nel territorio proprio dalla prefettura) di inviare nella piccola cittadina montana un altro centinaio di profughi, che andrebbero ad affiancarsi ai 70 già presenti, il primo cittadino era letteralmente ‘andato in tilt’. Da qui la richiesta di aiuto, visto che la presenza di quasi duecento africani, in un paese che conta poco più di cinquecento abitanti, andrebbe probabilmente a ‘sconquassare’ la tranquilla routine di Tonezza, creando una destabilizzazione sociale difficilmente gestibile.
Per questo motivo, ieri a Tonezza si sono riuniti molti sindaci della conferenza, che hanno fatto ‘fronte comune’ al fianco di Dalla Via per chiedere alla prefettura di tornare sui suoi passi.
All’incontro hanno partecipato tutti i convocati, tranne il governo italiano, che evidentemente non ha ritenuto opportuno né doveroso mandare un rappresentante.
Decisamente tangibile l’imbarazzo di molti sindaci, che dopo aver firmato il ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa nella provincia di Vicenza’, si sono visti ‘snobbare’ proprio da quello stato che rappresentano quando indossano la fascia tricolore.
Il protocollo, firmato lo scorso anno da 26 comuni dell’Alto Vicentino e dal Prefetto di Vicenza Eugenio Soldà, prevede l’impegno della prefettura di inviare nei comuni due profughi ogni mille abitanti, delegando i sindaci della gestione diretta sul loro territorio.
“L’incontro è stato disertato proprio dalla parte che doveva essere garante dell’accordo che abbiamo firmato”, è stato uno dei commenti. Da qui il rammarico, per essersi sentiti presi in giro da uno stato che continua a chiedere e imporre senza nessuna considerazione per gli amministratori.
E se il problema profughi torna alla ribalta dopo un periodo di ‘stallo’, tra i cittadini continuano le minacce di gruppi ‘no profughi’, che attraverso raccolte firme, manifestazioni e adunate continuano a sottolineare ed esprimere il loro totale disaccordo in merito all’accoglienza dei richiedenti asilo con le modalità imposte dal governo italiano.
Anna Bianchini