E per fortuna le chiamano oasi ecologiche.
L’altra sera il solito ignoto, o forse più di uno, invogliato dal primo coraggioso pioniere del rifiuto selvaggio, ha abbandonato davanti ai raccoglitori di carta e multimateriale decine di pacchetti, pacchettini e sacchi pieni di immondizia. Non solo: anche una catasta di bancali, a onor di cronaca, ordinatamente impilati.
‘Sembra di essere a Napoli, ed invece siamo a Pieve’, commenta qualcuno su facebook in modo non troppo ‘politically correct’. Ma di certo rende l’idea.
Marta Boriero