Quasi 600 firme raccolte in domeniche dal comitato prima Noi, hanno convinto Diego Dalla Via, sindaco di Tonezza del Cimone, a organizzare un’assemblea pubblica per spiegare la situazione dei profughi in paese.

Nel piccolo comune montano, che conta 530 abitanti, alloggiano infatti 82 richiedenti asilo. Un’enormità, a voler fare due conti, soprattutto se si considera che ogni tanto, qualche migrante ‘testa calda’, si fa notare rendendosi protagonista di spiacevoli episodi.

Per questo il comitato Prima Noi, con il suo leader Alex Cioni, si è appostato in piazzetta Lucio Battisti per quattro domeniche, per raccogliere sottoscrizioni per una petizione popolare, che prevede tra le altre cose l’organizzazione di un’assemblea pubblica che il sindaco si è impegnato di organizzare a breve coinvolgendo tutti i principali attori impegnati sul fronte della gestione dei richiedenti asilo.

Questa mattina l’incontro tra Dalla Via e i referenti del comitato, che hanno sottoposto al primo cittadino le tante firme raccolte.

“Quasi 600 sottoscrizioni hanno dimostrato quanto sia generale e trasversale la preoccupazione in paese per la presenza degli 82 richiedenti asilo – hanno spiegato dal comitato – L’ultimo fatto di cronaca cui si sono resi responsabili un paio di profughi, non ha fatto altro che aumentare il disagio e la rabbia dei tonezzani per come è stata gestita la problematica, nonostante la firma del protocollo d’intesa sulla distribuzione in quote dei profughi, che ne prevede due ogni mille abitanti”.

Se si applicasse il protocollo, a rigor di logica Tonezza dovrebbe ospitare un solo profugo e invece se ne ritrova in casa 82, grazie alla possibilità dei privati, in questo caso titolari di hotel, che si accordano privatamente con la prefettura scavalcando le richieste comunali.

“L’incontro che il sindaco si è impegnato a promuovere, rappresenta un primo passo – hanno sottolineato da Prima Noi – E’ però un primo passo determinante per aprire un confronto franco e trasparente tra i cittadini e l’amministrazione pubblica ma anche con la prefettura di Vicenza in qualità di rappresentante del governo italiano. Bisogna creare le condizioni basilari per trovare delle soluzioni realistiche che permettano agli abitanti e ai turisti di tornare a vivere il paese serenamente – hanno concluso – in quell’equilibrio di pace e tranquillità che ha reso Tonezza una tra le realtà più ambite del contesto montano vicentino e Veneto”.

Nel frattempo l’attenzione del comitato si è rivolto verso un altro fronte caldo apertosi a Sandrigo.

“Siamo stati avvicinati da alcuni sandricensi – ha spiegato Alex Cioni – Sono preoccupati per il rischio che l’ex hotel Canova diventi a tutti gli effetti un altro centro di accoglienza per richiedenti asilo grazie all’arrivo di una trentina di migranti, dopo che da un anno ne sono stati parcheggiati una sessantina in un altro albergo del paese. La fame di denaro facile è tanta così come sono tanti gli arrivisti che non ci pensano sopra due volte ad inserirsi nel fiorente mercato del business dei cosiddetti profughi. Speriamo che il lavoro che sta sostenendo il sindaco assieme ad alcuni imprenditori sia sufficiente a riconsegnare ai sandricensi la struttura alberghiera.  Se così non fosse – ha concluso Cioni – il Comitato di cittadini ha annunciato di essere pronto a fare la propria parte unendosi ad ogni iniziativa popolare.

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