Expo accessibile a tutti? Pare proprio di no. Ormai è luogo comune che i lavori per completare l’Expo di Milano fossero in ritardo. Maurizio Crozza, il famoso comico genovese, ci ha ironizzato sopra per mesi e, da quanto ci ha raccontato Rinaldo Verardo, candidato consigliere regionale per il Movimento 5 Stelle, forse ci ha anche ‘beccato’.
Il candidato grillino ci ha infatti riportato quanto accaduto ad una studentessa disabile che ha visitato l’Expo a Milano in gita scolastica. Un tour de force che è sembrato un incubo a lei e ai suoi accompagnatori, che hanno dovuto fare ‘la spola’ tra ascensori e scale mobili fuori uso, padiglioni inaccessibili e servizi igienici non funzionali per una persona con deficit fisico.
Riportiamo nel dettaglio quanto ci è stato comunicato da Verardo:
“Riporto la testimonianza dei genitori di una nostra concittadina da Thiene, diversamente abile, che nella prima settimana di Maggio 2015 ha visitato l’Expo in gita scolastica. Dopo aver acquistato un apposito biglietto per persone disabili che prevede un accompagnatore al seguito, all’arrivo al parcheggio, la studentessa non ha trovato la navetta che avrebbe dovuto condurla all’ingresso con i suoi accompagnatori. Del mezzo non c’era traccia e la carrozzina è stata spinta a mano con pazienza fino all’entrata dell’Expo. Lì, la ragazza e i suoi accompagnatori avrebbero avuto diritto all’entrata ‘privilegiata’, cosa che di fatto non si è verificata. Superati i tornelli d’ingresso, l’ascensore per i disabili (indispensabile per raggiungere il plateau della fiera per una persona con disabilità motoria) era fuori servizio per guasto. Sono stati fatti intervenire i tecnici preposti, ma nel frattempo la ragazza e le sue accompagnatrici (madre, insegnante di sostegno e alcune amiche) hanno dovuto attendere circa 45 minuti (in compagnia di altri disabili, personale di Expo e forze dell’ordine) che l’unico elevatore disponibile venisse riparato. A corollario, risulta che le scale mobili fossero parimenti fuori uso.
Una volta all’interno dell’esposizione, quando si è verificata la necessità di una toilette, il gruppo di thienesi ha compreso che i servizi riservati ai disabili non erano particolarmente accessibili, né costruiti in modo adatto ad una persona che necessita dell’assistenza di un accompagnatore. Alla richiesta di un lettino o altro idoneo supporto per procedere a quanto necessario, ci sono voluti altri 45 minuti per scoprire che nessuno dei “servizi per disabili” era attrezzato per queste esigenze (specificatamente segnalate in fase di acquisto del biglietto), e si è dovuto usufruire dell’infermeria di Expo.
Per quanto riguarda i padiglioni, Expo nelle schede guida del proprio sito riporta che i singoli padiglioni sono costruiti e gestiti dai singoli Stati, e che Expo si è limitata a ‘consigliare’ che nella costruzione dei vari padiglioni si prevedessero corsie di accesso riservate ai disabili. Stando a quanto riportato dalle turiste thienesi, l’unico padiglione con un accesso riservato ai disabili era quello della CINA, con addirittura del personale apposito che apriva le porte e disponibile se necessario, mentre il padiglione italiano non è dotato di un percorso di accesso riservato ai disabili”.
Sconvolto da questo racconto Verardo, che con il Movimento 5 Stelle si batte per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per l’accessibilità degli spazi a tutte le persone che soffrono di disabilità, ha deciso di scendere in campo e denunciare quanto gli è stato raccontato dalla famiglia della giovane che, per motivi di privacy, ha chiesto di mantenere l’anonimato.Ricordiamo che l’abbattimento delle barriere architettoniche e la completa fruibilità degli spazi pubblici anche a persone diversamente abili non è un privilegio graziosamente concesso dall’alto né una capricciosa pretesa – ha commentato amareggiato Verardo – E’ un preciso obbligo di legge, una necessità irrinunciabile per le persone diversamente abili e una grande conquista di civiltà. Per quanto mi riguarda manterrò il massimo impegno perché episodi come questo non accadano più – ha concluso – e invito le autorità preposte a vigilare costantemente che quanto costruito e tutt’ora in corso di costruzione sia strettamente aderente alla normativa italiana in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche e la completa fruibilità degli spazi pubblici a persone diversamente abili”.
Anna Bianchini