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Thiene. Gli indipendentisti: ‘Volevamo far ricredere chi ci accusa di essere razzisti’

‘Non volevamo uno stand, volevamo  solo stare in mezzo a persone di altra etnia per far ricredere chi ci accusa di essere razzisti’. A parlare è un indipendentista  convinto come Riccardo Piccolo, commerciante thienese, che stamattina ha spiegato perché il suo gruppo voleva partecipare alla Festa dei popoli. ‘Ma che provocazione – racconta – eravamo andati per confrontarci con chi ci accusa di essere razzisti, dimostrando che non è così, stando in mezzo a loro.

Dovevano farci entrare – conclude – avevamo solo la bandiera della Serenissima sulle spalle, ci hanno preso per chi voleva attaccare briga. Ripeto, non è così. E’ stato il contrario. Non ci hanno fatto entrare. Ora dicono che ci voleva l’iscrizione, ma noi non volevamo uno stand. Volevamo partecipare alla Festa , stare in mezzo alla gente e magari avere la possibilità di confrontarci. All’inizio della festa di ieri, abbiamo visto sventolare tutte le bandiere. Volevamo portare quella nostra, di cui andiamo tanto orgogliosi e farla conoscere. Tutto qui, ma ci è stata sbattuta la porta in faccia’.

‘Il  nostro voleva essere solo un gesto di amicizia e di benvenuto verso tutti i popoli presenti alla festa, ci siamo presentati orgogliosamente con la bandiera del nostro popolo, che ha radici millenarie, per farci conoscere, e niente di più – racconta Leonardo Collareda –  Non siamo iscritti a nessun movimento politico, non abbiamo mire politiche o personalistiche e non avevamo nessuna volonta di provocare. Devo dire che siamo rimasti molto delusi per come siamo stati trattati, che poi se andiamo a guardare bene, quelli che non ci hanno voluto sono stati proprio gli organizzatori, tra lo stupore dei partecipanti delle varie etnie, che a mio parere erano ben felici di averci fra loro. Preciso che siamo andati con uno spirito assolutamente pacifico, e ribadisco, con il solo intento di dare il benvenuto a nome del popolo Veneto, ai popoli presenti a questa festa. – conclude Collareda –  Avevo mio figlio di 13 anni con noi, e mai lo porterei a qualsiasi tipo di evento possa mettere a rischio la sua innocenza’

Di redazione Thiene on line