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Thiene. Intossicazioni bigoli co’ l’arna. Ascom: “Necessarie regole come nei bar e ristoranti”

Nell’attesa di sapere quale sia stata la causa che ha portato all’intossicazione di decine di persone che avevano mangiato bigoli co’ l’arna alla sagra paesana di Zanè, sono in molti a chiedersi se si sia trattato di una semplice ‘svista’ o se piuttosto alla base non ci sia una generale mancanza di norme igienico-sanitarie.

Una decisa presa di posizione arriva anche da Confcommercio del mandamento di Thiene il cui presidente, Emanuele Cattelan, ha commentato: “Da anni Ascom chiede che l’organizzazione della parte culinaria delle sagre di paese sia sottoposta agli stessi regolamenti e alle stesse normative delle cucine dei ristoranti e di tutti gli esercizi commerciali che somministrano cibi e bevande”.

Non solo Ascom Thiene, ma anche Confcommercio provinciale e nazionale da tempo si battono perché le sagre non vadano a porsi in una così netta concorrenza con bar e ristoranti che pagano le tasse in modo regolare e devono sottostare a rigidissimi parametri che tutelino il consumatori di bibite e alimenti.

“Ci sono due metri e due misure per quanto riguarda la gestione della cucina nelle sagre e negli esercizi commerciali – ha spiegato Cattelan – Bar e ristoranti sono sottoposti costantemente a test e controlli, mentre nelle sagre questo non avviene, anche se invece dovrebbe”.

Ma non sono solo i controlli ad essere imposti a ristoratori e baristi ma veri e propri vademecum per tutelare i clienti: lista dei cibi utilizzati, indicatori se i prodotti sono surgelati o freschi, indicazioni per le intolleranze e limiti di somministrazione di alcolici per i minori. Tutte cose che alle sagre non si vedono mai.

“Quando si tratta di eventi di paese c’è sempre una maggiore tolleranza, anche per quanto riguarda le normative fiscali, che ‘strozzano’ i normali commercianti e non hanno nessun impatto su chi cucina e vende ai banchetti delle sagre”, ha sottolineato Cattelan, che non è contrario alle sagre di per sè, ma non ci sta nemmeno a vedere baristi e ristoratori ‘discriminati’ o danneggiati da un fenomeno, quello delle ‘feste paesane’, che è in costante crescita.

“Le sagre sono belle e le difendo – ha commentato il presidente Ascom – Ma dovrebbero essere appuntamenti sporadici, che attirano persone non solo per mangiare e bere, ma anche per diffondere cultura (come nel caso della rievocazione storica di Thiene), per attirare turismo, per portare gente in città e incentivare a tutto tondo l’economia locale. Al giorno d’oggi le sagre sono sempre di più e spesso vengono organizzate appositamente con lo scopo di fare business. Alle sagre si fornisce addirittura il ‘take away’ (cibo da mettere in scatola e portare via per consumarlo comodamente a casa). Tutto questo non dovrebbe essere permesso – ha concluso – o dovrebbe avere limiti ben precisi, perché crea una competizione malsana tra esercenti e venditori alle sagre, privilegiando chi, a tutti gli effetti, cucina e vende cibo senza troppi controlli a discapito di chi invece lo fa per professione sottoponendo costantemente la sua attività alle normative di legge”.

Anna Bianchini