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Thiene. Impazza la moda del ‘cassonetto intelligente’. Gecchelin: “Vi spiego il business”

Alzi la mano chi non ha mai sognato di essere pagato per buttare l’immondizia. Il ‘sogno’ oggi si può realizzare, grazie ai cassonetti intelligenti, che stanno letteralmente spopolando.

Raccogli rifiuti che, dopo aver ‘ingoiato’ le nostre immondizie, restituiscono piccole somme o buoni sconto, che saranno messi ‘alla prova’ anche a Vicenza, dopo che l’amministrazione comunale ha approvato una mozione del Movimento 5 Stelle.

Ma siamo così sicuri che questo sistema sia conveniente? La domanda è stata posta da Carlo Gecchelin, consigliere di maggioranza nell’amministrazione comunale di Thiene, che dopo aver analizzato costi e benefici, ritiene che, in fondo, tanto tanto ‘intelligenti’ questi cassonetti forse non sono. Anzi, forse, viste le modalità di utilizzo, sembrano quasi uno specchietto per le allodole.

“Già due anni fa ho cercato di approfondire l’argomento – ha spiegato Gecchelin – e purtroppo con risultati non incoraggianti. All’estero di questi distributori che funzionano ‘al contrario’. Se ne trovano molti, ma rispetto all’Italia  c’è una differenza sostanziale: la cauzione. Sia sulle bottiglie in vetro che per quelle in Pet, in molti stati si paga la cauzione per il vuoto a rendere e questo incentiva la restituzione che infatti funziona anche senza macchine”.

Ma volendo farlo in Italia e in alcuni comuni dove queste macchine sono già state installate, a che cosa andiamo incontro?

Tralasciando il costo dell’investimento delle ‘macchine’, ciò che spiega Gecchelin è che il vero tornaconto dei cassonetti intelligenti, è a discrezione del gestore, che non offre in restituzione denaro contante, bensì, solitamente, buoni sconto.

“La mia analisi è la seguente – ha sottolineato Gecchelin – Una bottiglia da 1,5 litri pesa circa 40gr, quindi per 1 kg di Pet servono 25 bottiglie. Il prezzo industriale del Pet riciclato è di 359,5euro/ton, dunque 0,359€/kg al Kg ovvero 0,014euro a bottiglia. Ma questo naturalmente è un prezzo teorico su grandi quantità, se facciamo riferimento ad esempio ad un’azienda privata che si accolla anche la raccolta del Pet e tratta piccole quantità il prezzo è di 0,1euro/kg, cioè 0,004euro a bottiglia. Da questo ipotetico ricavo dobbiamo pensare anche alle spese di gestione delle macchine (manutenzione, energia elettrica, stampa) e all’ammortamento dell’investimento. Ipotizziamo – ha continuato – che nel caso di una installazione da parte dell’amministrazione comunale, tutte queste spese confluiscano nella gestione della raccolta rifiuti, visto che in ogni caso sarebbero rifiuti da raccogliere e riciclare. Avremo quindi un aumento della spesa per la gestione e ammortamento delle macchine, una riduzione della spesa per la raccolta dai bidoni della plastica e anche però un minore introito per il materiale inviato al ricircolo. E qui è difficile riuscire a capire se l’operazione sarebbe a costo zero perché le variabili in gioco sono molteplici, basti pensare che in ogni caso i contenitori del multimateriale andrebbero svuotati

regolarmente. Dobbiamo infine ricordare che un eventuale aumento della spesa per la gestione dei rifiuti ricadrebbe sulla tariffa della Tari. A questo punto, al nostro cittadino virtuoso, per ogni bottiglia possiamo pensare di restituire 0,4 centesimi di euro. Ma leggendo in giro queste macchine sembra restituiscano molto di più. Come è possibile? Abbiamo sbagliato i conti? In realtà queste ‘reverse machine’ non distribuiscono denaro contante ma di solito sono buoni sconti o punti fedeltà. Sono dunque gli  operatori economici che , per attrarre i clienti presso i loro negozi o centri commerciali, invece che le classiche campagne pubblicitarie utilizzano sistemi diversi, innovativi e “green”. La sostenibilità quindi di queste macchine è tutta in mano al gestore che si fa carico nel ricercare e gestire i clienti. Al momento non mi risulta che un ente pubblico gestisca direttamente questo tipo di macchine e nel caso sarebbe interessante vederne la gestione. Al momento – ha concluso Gecchelin – è un sistema che può funzionare e che può diventare anche una opportunità imprenditoriale. Per informazioni basta cercare internet “reverse vending machine Italia” e si troveranno aziende, anche molto vicine, che si propongono per l’installazione e che cercano agenti”.

A.B.