“Se ci incontrate per strada, chiacchierate con noi, ci fa tanto piacere. Chiedeteci di accarezzare il cane ma non li toccate senza permesso. Stanno lavorando per noi e potrebbero distrarsi”. Ad affermarlo è Gina Rocca che, insieme a Lucia Razzuoli e Roberta Mies, hanno fatto conoscere da vicino i loro cani guida ai bambini delle scuole elementari C. Collodi di Thiene, giovedì 9 maggio 2024 al mattino. Le tre donne, non vedenti, sono venute in visita per il progetto scolastico ‘Volere è potere’, volto a sensibilizzare fin da piccoli all’inclusività. L’insegnante referente, Giovanna Ceroni, ha spiegato come si svolge questa missione scolastica: “Affrontiamo dalla prima alla quinta una disabilità o una diversità per sensibilizzare i bambini. La quarta è l’anno in cui facciamo affrontare i bambini la cecità. I bambini iniziano con un’animazione alla lettura, l’animatrice legge un libro, spesso anche se non quest’anno abbiamo letto ‘Lola e Io’ che parla di una ragazza che, a seguito di un’incidente stradale, è accompagnata da un cane guida. Un libro illustrato in modo meraviglioso che piace molto. Quest’anno hanno letto ‘Verso il mare’, racconta di un paesaggio visto da una bambina, ma solo alla fine si scopre che è cieca. Lo ‘vede’ attraverso gli altri sensi. I bambini quindi imparano a conoscere la situazione del non vedente prima attraverso il racconto, poi il laboratorio e in conclusione con l’incontro con le volontarie insieme ai loro cani guida.”

Insieme a loro erano presenti Silvana Valente e Sergio che hanno condiviso le loro storie dando nuovi spunti su cui riflettere. “Vengo dal Gruppo Sportivo Non Vedenti di Vicenza. Sono entrata in questa scuola nel 1998 quando avevo vinto il Campionato nel Mondo di Tandem paralimpico e mi chiamavano per parlare di sport. Ho colto la palla al balzo per parlare meno di risultati, seppur importanti, per raccontarne la quotidianità, la mancanza della vista e di come farlo diventare un punto di forza. Da quando sono nata vedo solo la luce. In questa circostanza si è costretti a guardarsi dentro per cercare delle risorse da sfruttare. Una volta esistevano le scuole speciali, le difficoltà erano diverse, non c’erano le insegnanti di sostegno. Ora è tutto comodo e pratico, ma al tempo abitavo a Valli del Pasubio e facevo le scuole a Padova, vale a dire grandissima solitudine estiva, andavo a casa il sabato e la domenica dovevamo essere già in collegio. Ma sono riuscita comunque ad ottenere molto, ho studiato, sono diventata fisioterapista, ho fatto un lavoro che adoro e che mi ha dato tanta autonomia, tanto impegno in tutti i settori come lavoro, sport, volontariato.”
Sergio invece viene da un’altra esperienza: “Sto diventando cieco progressivamente da qualche anno. Ho trovato nel gruppo di non vedenti persone di grande vitalità, hanno aiutato molto anche me ad affrontare questa situazione che so sarà inevitabile. Una volta vedevo il mostro della cecità, ora è alle spalle grazie alle attività che facciamo, al gruppo che ho trovato, a quelle piccole cose che ricevo da questi compagni di viaggio, dalla condivisione, nel bene e nel male ci aiutiamo a vicenda. Quando ti dicono in faccia che diventerai cieco non è facile, ricevere questa notizia a 55 anni, a un anno dalla pensione. Ma siamo qui anche per dire che è possibile vivere serenamente anche da non vedenti”.

Gina, Lucia e Roberta, con amore e pazienza hanno spiegato agli attenti alunni come nasce un cane guida, come inizia l’affiancamento e come vivono la loro vita in compagnia di questi cani. Gina, di Verona, è con il cane Labrador Emma di 3 anni e mezzo da un anno e mezzo, Lucia, di Padova, con il cane Labrador Girmo di 2 anni e mezzo è con lei da sei mesi e Roberta Mies, di Treviso è con il cane Rodi della stessa cucciolata di Emma. I cani guida hanno un imbrago che si chiama ‘vestito’, che li differenzia rispetto a un cane normale. Sul vestito, posizionato sul dorso dell’animale, vi è infatti scritto ‘ Non accarezzatemi, sto lavorando’, serve ai non vedenti per camminare per la strada in autonomia. Nei lati ci sono altre frasi come quella di ‘Cane Guida’. “Il cieco assoluto, quando cammina per strada, deve essere concentrato su quello che ha davanti. I cani sono addestrati per farci camminare in autonomia, ma se qualcuno li accarezza o li chiama, li distrae, così loro seguono i rumori e chi fa loro le coccole. Quindi se c’è un palo o un gradino, ci andiamo dritti addosso. Abbiamo scelto quindi questa strategia per avvisare chi passa di non distrarli, ma vi assicuro che non leggete. I bambini leggono più degli adulti.” ha spiegato Gina. Quando questi cani nascono sono cani normali come tutti gli altri. Appena sono in grado di potersi staccare dalla loro mamma, vengono dati a delle famiglie che li accudiscono, li fanno crescere e insegnano loro certe regole che vengono dettate dall’addestratore che poi li addestrerà, come non salire sui letti, non salire sulle persone, sui divani, non agitarsi troppo, non rubare il cibo dalla tavola o fare la pipì in luoghi sbagliati in casa. Quando il cane ha poi circa da un anno a 14 mesi, viene tolto alla famiglia che sa già di doverlo riconsegnare alla scuola per essere consegnato all’istruttore che lo osserva per capire se è un cane adatto per l’addestramento e quindi per diventare un cane guida. Se lo è, inizia per lui un periodo di addestramento di circa 8 mesi nei quali gli vengono insegnati comandi e comportamenti che poi il cane dovrà avere con il non vedente. Ci sono comandi ben precisi che l’istruttore insegna al cane, ci vuole pazienza e tempo e molta sintonia. Il primo è ‘seduto-terra-resta’, poi ci sono altri comandi utili per muoversi all’interno del proprio paese, le proprie zone o negozi come ‘destra’, ‘sinistra’, ‘avanti-dritto’, ‘porta entrata’, ‘porta uscita’, ‘scalino su’, ‘scalino giù’, ‘lato destro’, lato sinistro’, ‘marciapiede’, cercano le sedie o le panche. “Possiamo insegnare loro anche qualcosa si nuovo, – ha raccontato Roberta ai bimbi interessati – ad esempio Rodi sa cercare i cestini della spazzatura. Per il comando di attraversamento pedonale si usa la parola ‘cerca zebra a destra o sinistra’, in base a dove ci troviamo, sappiamo orientarci e il cane fa sempre le stesse strade durante la quotidianità. Cerchiamo il semaforo e, se non c’è quello sonoro, ascoltiamo i rumori delle auto e diciamo noi quando dobbiamo attraversare. I cani spesso si distraggono con piccioni o gatti. Emma è molto attratta ad esempio dai piccioni. E’ stata addestrata ma le è rimasta questa curiosità. In questi momenti devo essere brava io a darle un colpetto appena sento che la sua attenzione è altrove, e così torna attenta. Girmo invece è attratto dagli altri cani, dipende dal carattere. Piano piano iniziamo a conoscerci reciprocamente, io imparo a capire quando si sta distraendo, lo tiro un po’ per farlo tornare presente” ha aggiunto Gina. “Se doveste incontrare un non vedente con il cane o con il bastone, interagite prima con il non vedente e chiedete se potete accarezzarlo. A noi fa molto piacere essere fermati, fare due chiacchiere. Viviamo nel buio, spesso nella solitudine quindi ci fa molto piacere scambiare due parole. Dopo aver chiesto al padrone se è possibile accarezzare il cane, gli si toglie l’imbragatura e può essere accarezzato. In fondo sono cani normali. Per legge possiamo andare dappertutto con loro, in tutti gli esercizi pubblici, c’è chi ci va al lavoro, a fare la spesa, autobus, cinema, alberghi, ristoranti, perfino in ospedale tranne nei reparti più sensibili come quelli chirurgici.” I bambini hanno poi avuto un momento di svago dove hanno potuto ‘portare’ il cane e accarezzarlo.

Questi cani vengono dalla scuola Triveneta di Padova e le volontarie hanno spiegato che tra i cani più adatti, tre sono le razze Retriever addestrate: il Labrador che va per la lunga perché più gestibile a livello caratteriale, poi il Golden e Flat. I primi momenti con un cane guida non è né semplice né scontato: “Non sappiamo niente fino al momento dell’affidamento. – dice Gina – Sono una veterana al mio quinto cane. All’inizio non ti dicono nome, né come sarà. Avevo chiesto un Labrador maschio nero come il mio precedente ma me lo hanno dato femmina e bionda.” “Abbiamo un tempo per valutare il cane, 15 giorni di ‘affezionamento’ a casa, da soli come un cane normale, dove vediamo già qualcosa. Successivamente c’è un corso di 15 giorni con l’istruttore e per un anno ci viene dato in affido. Dopo un anno diventiamo proprietarie, se ce lo meritiamo o se lo accettiamo. I primi 15 giorni il cane non guida.” ha chiarito Lucia. Il ricordo però di Roberta del suo incontro con il suo primo cane guida è l’eccezione che conferma la regola: “I primi 15 giorni per me sono stati fantastici. Avevo già dei cani in casa che erano molto più ribelli. Mentre con lui è stato come sentirlo vicino, quando passeggia per me è come essere al fianco di un compagno di vita irrinunciabile”.

Laura San Brunone

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