Una celebrazione intensa quella del IV novembre thienese, che si e` arricchita di richiami recenti e lontani nel tempo, ma non nel significato, e che, grazie alla ricca partecipazione dei giovani e dei giovanissimi, si e` trasformata in una commemorazione del passato in vista del futuro.
Propositiva gia` la predica di don Livio, arciprete del duomo, nella Santa Messa che ha seguito l’alzabandiera ufficiale in piazza Arturo Ferrarin ed il corteo con le diverse rappresentanze delle forze armate e delle associazioni presenti, fra cui la Croce Rossa e l’ANA di Vicenza.
’Impariamo ad ascoltare il passato, per saper vivere l’amore per la nostra patria – ha esortato don Livio – e lasciamo che il sacrificio di chi e` morto per conquistare la pace ci trasmetta la consapevolezza di questo valore. Cerchiamo di «vedere più ciò che ci unisce che ciò che ci divide», come era solito dire Papa Giovanni XXIII’.
E il primo cittadino Gianni Casarotto gli ha fatto eco, citando, nel discorso commemorativo pronunciato davanti al monumento ai caduti in piazza Giacomo Chilesotti, Mario Fabiani, sindaco di Firenze nel primo dopoguerra:’ Amiamo la nostra città e la nostra patria, sono il terreno in cui siamo piantati ed in cui saranno piantati i nostri figli’.
Il riconoscimento delle diversità e della specificità di ciascuna regione non ci deve portare a dividerci, ma a trovare motivi di unita`, secondo Casarotto, che ha sottolineato come il valore fondamentale sia ’la questione morale, cioè la priorità del bene comune su quello immediato e personale’.
Il sindaco ha quindi ricordato i 141 soldati thienesi che hanno perso la vita nel primo conflitto mondiale e ringraziato le forze armate intervenute.
’Dobbiamo essere grati a chi garantisce la libertà
della collettività attraverso il rispetto delle regole comuni che tutelano ciascuno – ha concluso – ed in particolare sostenere i militari impegnati nelle missioni in terra straniera, per aiutare gli altri popoli a conquistare i diritti inalienabili di libertà che l’Italia ha acquistato al prezzo di tanti sacrifici.’
Il pensiero e` andato quindi al Caporal maggiore Matteo Miotto, caduto in Afghanistan il 31 dicembre 2010 e ad i suoi genitori, Franco e Anna Miotto, presenti alla cerimonia.
Sacrificio di una vita giovane nell’immediato passato, come nella storia più remota della seconda guerra mondiale , con il ricordo del caporalmaggiore thienese Giuseppe Pegoraro, morto il 15 febbraio 1943 nel campo di prigionia russo di Miciurinsk, all’eta` di 27 anni.
Il caporalmaggiore e` stato onorato attraverso la lettura di alcune testimonianze da parte degli alunni della scuola media dell’Istituto comprensivo di Thiene. La cerimonia di commemorazione si e` quindi chiusa con la consegna del piastrino di riconoscimento di Giuseppe Pegoraro ai parenti, nel segno della gratitudine verso chi nel passato e nel presente, ha dedicato la propria vita e la propria morte al servizio della Patria.
Umberto D’Anna