E’ un atto d’amore e di testimonianza quello che Valentina Magnabosco e il Macuri Team di Schio compiranno a partire da venerdì prossimo con una staffetta solidale dedicata a chi sta lottando contro il Moyamoya e anche a chi a causa di questa patologia non c’è più.
Una malattia rara che colpisce i vasi arteriosi della base cranica che riforniscono il cervello, occludendoli lentamente: attorno ai vasi bloccati, per compensare il blocco, si sviluppa un circolo collaterale, ma i vasi sono piccoli, deboli e soggetti a problematiche varie. Si stima che nel mondo l’incidenza sia inferiore a 1 caso ogni 100mila abitanti, mentre in Giappone 1 persona ogni 32mila ne è affetta – non a caso il nome Moyamoya deriva dal vocabolario nipponico e indica proprio questi vasi collaterali che hanno l’aspetto di uno sbuffo di fumo, appunto moyamoya.
“Nel 2015 mi è stata diagnosticata la vasculite cerebrale di Moyamoya” – racconta Valentina a margine della presentazione della staffetta – “una malattia che già dal nome rivela la sua rarità. Fin da subito non mi avevano dato speranze, ma solo la possibilità di rivolgermi all’estero, Berlino o addirittura il Giappone paese dove questa patologia è più diffusa. Poi la speranza è arrivata da Bergamo, dall’Associazione Amici del Moyamoya, una Onlus fondata da Giusi e il fratello Ivan in onore e ricordo della sorella Monica che per colpa di questa malattia è morta. Grazie all’Associazione, ho quindi incontrato il Dott. Andrea Lanterna che a settembre 2015 mi ha operata e salvato la vita: quel giorno è stato un nuovo inizio per me , la voglia sempre più forte e incontenibile di vivere e sentirmi viva mi ha portato ad appassionarmi alla corsa e da lì a sognare di correre una maratona il passo è stato breve”.
E’ un’esplosione di gioia e di voglia di vivere a piene mani una vita mai così preziosa e strappata ad un destino che pareva quasi segnato quella che ha portato Valentina a tagliare un altro traguardo, oltre che a gustare quello che fino a qualche mese prima sembrava solo un sogno: “Quando, il 3 novembre 2019, ho tagliato il traguardo della Maratona di New York” – racconta emozionata – “il primo pensiero è andato al Dott. Lanterna e a Giusi : senza loro non ce l’avrei fatta e forse non sarei nemmeno viva. Mi sentivo in dovere di far qualcosa per dire grazie, per dare un messaggio di speranza e questo mio bisogno ha incontrato la generosità e la solidarietà di Alessandra Pesavento e di tutto il gruppo della ASD Macuri Team, la squadra podistica a cui sono iscritta. A dicembre è nata così l’idea della staffetta: l’organizzazione è stata molto laboriosa e complicata, ma offre un messaggio molto forte in termini di cooperazione, unione tra i partecipanti e visibilità.
Dalla testa (dove la malattia colpisce) ai piedi che correranno 230 km: questa sarà la nostra staffetta per portare un contributo, per dar lustro a chi ha avuto il coraggio di trasformare il dolore e la disgrazia nel motore propulsore di un progetto grandissimo con più di 100 volontari impegnati sul campo”.
La partenza è fissata per venerdì 27 maggio alle 8,30 da Zanè dove la saluteranno il Sindaco Roberto Berti, l’Assessore allo Sport Adalberto Zavagnin e il parroco del paese con arrivo poi a Bergamo domenica 29 maggio: le varie tappe saranno corse da 2/3 persone con 3 ciclisti a monitorare la strada. Una marcia fatta di percorsi alternativi per evitare il traffico, passando per Rovereto, il Ponale, le sponde del Lago di Ledro salendo poi la Val Brembana e poi giù fino a Scanzorosciate sede dell’ Associazione degli Amici del Moyamoya. Ad attendere Valentina e tutti i podisti che la affiancheranno, le autorità locali e Giusi a cui verrà consegnato il testimone della staffetta simbolo di un legame di vicinanza e di unione. Oltre ogni dolore, inneggiando alla vita.
Marco Zorzi