Uno striscione per dire ‘stop’ alla potenza della Bce (Banca centrale Europea) e all’austerità imposta dall’Europa.

Oggi a Schio gli attivisti del centro Sociale Arcadia hanno calato uno striscione dal Duomo per lanciare la prossima iniziativa che, il 18 marzo, vedrà coinvolti comunardi (militanti) e  simpatizzanti di tutti gli altri movimenti europei che condividono lo stesso pensiero, nella protesta organizzata nel ‘cuore’ dell’economia europea.

Una carovana di portata nazionale muoverà verso francoforte dove, il 18 marzo, sarà inaugurata l’Eurotower, la nuova sede della Bce.

Secondo Arcadia e altri movimenti simili “La Bce è responsabile dei duri tagli, della crescente disoccupazione, del tracollo dell’assistenza sanitaria in Grecia e in altri paesi dell’Unione Europea. Da quando la crisi si è sviluppata, l’Unione Europea è diventata sempre di più un regime autoritario con un’ostentata assenza della partecipazione democratica. In questi giorni – continua Arcadia – le cosiddette istituzioni europee (anti-democratiche) si mostrano per quello che sono: intrise di crudeltà e affamate di potere di fronte al popolo greco e non solo, nel mezzo di una crisi umanitaria sempre più evidente sul piano europeo. Oltre al disagio sociale la crisi capitalista ha portato inoltre al crescente riaffermarsi del razzismo e all’ascesa dell’estrema destra. E quali soluzioni vengono proposte? Le uniche risposte e gli unici rimedi proposti sono e restano la richiesta e l’imposizione di sacrifici a scapito della vita delle persone”.

Il 18 marzo la carovana partirà in pullman per arrivare a Francoforte. “Lì cingeremo d’assedio la nuova torre della BCE nel giorno della sua inaugurazione, per la quale sono stati spesi 1.3 miliardi di euro – spiegano da Arcadia – Una fortezza, questa, alta 185 metri, simbolo perfetto della distanza tra le élite politico-finanziarie e il popolo. E’ tempo di rivendicare salario minimo europeo, reddito garantito e un welfare universale, – continuano – ma è anche tempo di ripensare nella sua essenza l’Unione Europea, le sue istituzioni anti-democratiche e la cooperazione internazionale, in modo che diventi uno spazio di giustizia sociale omogeneo che superi tutti i livelli di disuguaglianza economica e politica che ci sono tra il Nord e il Sud del Continente. Per questi motivi – conclude Arcadia – crediamo sia importante riportare ed esprimere anche nei nostri territori la volontà di costruire un’altra Europa, che parli di giustizia sociale, di solidarietà e che elimini dal suo vocabolario parole come austerità e rigore”.

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