“Votare è un diritto costato enormi sacrifici, recarsi alle urne un dovere: ma confesso, ad oggi non so cosa votare”.
Più che deluso, è rassegnato: da Sindaco, Valter Orsi non nasconde che ha ben altri pensieri, sul tavolo i dossier predisposti con la sua squadra e i suoi uffici raccontano di una bolletta luce e gas divenuta ormai insostenibile per l’ente, mentre la campagna elettorale per le Politiche del 25 settembre imperversa con argomenti che paiono alieni ad una quotidianità che lascia poco spazio alla diatriba politica.
“Nel terzo quadrimestre” – spiega il primo cittadino di Schio – “i costi sono destinati a lievitare ulteriormente: avevamo prudenzialmente accantonato quasi 700mila euro, ma le proiezioni ci dicono che non basteranno: questo, nonostante sia arrivato un ristoro statale di 120mila euro cui se ne aggiungerà uno di pari entità e nonostante una politica di contenimento dei consumi operata ormai da questa primavera. Capite che con oltre 1milione di euro da pagare per non lasciare al freddo le nostre strutture pubbliche, ho ben altro a cui pensare. Le rette stesse di asili e case di riposo sono tarate su questi costi: io non ho intenzione di mettere le mani in tasca alla gente. Per questo mi piacerebbe che almeno il dibattito elettorale fornisse elementi di chiarezza e idee programmatiche concrete a sostegno di famiglie e attività: al contrario, vedo un’accesa contrapposizione personale, la voglia di molti leader di emergere, grandi enunciazioni di intenti ma scarso interesse per i reali problemi dei cittadini elettori”.
E sul governo che servirebbe all’Italia Orsi dimostra di avere le idee chiare, almeno in fatto di ‘requisiti’: “È in corso una speculazione di stato” – argomenta il Sindaco – “perché non è possibile che con oltre 7 miliardi di utili l’Eni ci propini i salassi che stiamo vedendo: parallelamente chi fa impresa ci dice che con questi costi, probabilmente si fermerà. Questo si tadurrebbe inevitabilmente in un periodo fatto di recessione che non possiamo permetterci: uniamo queste situazioni economiche e sociali al contesto internazionale ed è evidente che ci serve, anzitutto, un governo autorevole e credibile. Per questo sono convinto che far cadere Draghi ora, sia stato non solo un gesto di poca responsabilità ma anche di scarsa lungimiranza: nessuno vuole negare l’esercizio democratico del voto, il problema è quando la politica si muove chiudendosi gli occhi e tappandosi le orecchie, dimenticando dove siamo. Dimenticandosi quindi del bene primario, cioè quello dei cittadini il cui interesse generale dovrebbe prevalere su quello specifico e talvolta opportunistico dei vari partiti”.
Marco Zorzi