Non si ferma l’azione della Cordata per ‘vederci chiaro’ sull’Ospedale Alto Vicentino.

E questa volta sotto tiro sono i pannelli fotovoltaici e collettori solari che dovevano essere montati sui tetti del nuovo nosocomio di Santorso, ma che, dopo essere stati definiti fuori,  norma, sono stati  depositati nei magazzini dell’Ulss 4.

La Cordata, gruppo di pressione apartitico nato nel 2012 con lo scopo di garantire il diritto alla salute ai cittadini dell’Ulss 4 e noto per aver manifestato più  volte per ottenere chiarezza sulla nascita del nuovo ospedale di Santorso e sul contratto di project financing che regola tutta la parte economica della struttura sanitaria, ha inviato un’istanza al Sindaco Valter Orsi.

Nell’istanza, La Cordata sottolinea di nutrire dubbi e sospetti in merito ai pannelli fotovoltaici e ai collettori solari sul tetto dell’ospedale, che a suo dire sono fuori norma, ma il loro montaggio è solo sconsigliato e non vietato.

L’istanza esordisce sottolineando che “il contratto di project  financing grazie al quale l’ospedale ha visto la luce, prevedeva l’istallazione complessiva di1500 metri quadrati per il fotovoltaico e ulteriori 750 mq per quanto riguarda i collettori”.

Considerando lo stato di semplici cittadini, che non riescono a percorrere con facilità tutte le strade della burocrazia, i ragazzi della Cordata hanno chiesto di poter essere informati e aggiornati sull’effettiva presenza e abbandono di pannelli e collettori solari nei magazzini dell’ULSS 4, così come dichiarato dalla Direttrice  Generale Daniela Carraro alle televisioni locali. “Abbiamo appreso che i suddetti pannelli sono effettivamente fuori norma anti-incendio e quindi è sconsigliato ma non è vietato il montaggio – recita l’istanza – ma non si può dire altrettanto sui collettori solari perfettamente a norma, e mai menzionati, scomparsi dai locali magazzino”.

Il succo dell’istanza è interrogare la dirigenza su cosa ci fanno 1500 metri quadrati di pannelli solari fermi in magazzino e valutarne un’eventuale vendita prima che il loro valore diminuisca o si annulli del tutto. “In tal caso – spiegano da a Cordata – oltre a chiederci chi rimpiazza i soldi persi dell’energia elettrica prodotta dai pannelli, ci perdiamo anche il valore dei pannelli stessi”.

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