Quando amarsi crea dipendenza, si può parlare di vero amore? Il tema della ‘dipendenza affettiva’ sarà trattato a Palazzo Toaldi Capra di Schio in una serie di incontri organizzati da Sportello Donna dal titolo ‘Liberarsi dal troppo amore: è possibile che il legame tra due persone sia così intenso da trasformarsi in una vera e propria dipendenza?’

Si comincia martedì 7 aprile alle 20.30 con il primo incontro libero in cui si tratterà il tema ‘Liberarsi dal troppo amore. Riflettere sulla dipendenza affettiva e sul come affrontarla’.

Domenica 12 aprile dalle 9 alle 13 sarà la volta del workshop su iscrizione ‘Amare troppo, amare male’ e del gruppo di Auto Mutuo Aiuto ‘Liberarsi dal troppo amore’, per affrontare il problema in gruppo, confrontarsi con altre donne condividendo dubbi, contraddizioni e paure. Gli incontri (su iscrizione) proseguiranno martedì 21 e 28 aprile e martedì 5 e 12 maggio dalle 20.15 alle 22.15. Maria Stocchiero, psicologa e psicoterapeuta, sarà la relatrice di tutti gli incontri.

Ma che cos’è la dipendenza affettiva?

La psicoterapia definisce la dipendenza affettiva come ‘una condizione relazionale negativa caratterizzata da una assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva e nelle sue manifestazioni all’interno della coppia, che tende a stressare e a creare nei ‘donatori d’amore a senso unico’ malessere psicologico o fisico piuttosto che benessere e serenità. In questi casi la persone non è in grado di prendere decisioni da sola, ha un comportamento sottomesso verso gli altri, ha sempre bisogno di rassicurazioni e non è in grado di funzionare bene senza qualcun altro che si prenda cura di lei’.

Uno studio rivela che le persone che soffrono di dipendenza affettiva dal partner hanno difficoltà a riconoscere i propri bisogni e tendono a subordinarli a quelli del partner. Amare l’altro diventa quindi una forma di sofferenza e benessere emotivo, salute e sicurezza sono messi a repentaglio. La persona che soffre di dipendenza affettiva impiega troppa energia vitale nell’amare e ricevere approvazione e, avendo un atteggiamento negativo verso la propria persona, non riesce a prendersi cura di sé e a creare spazi per la propria crescita personale. ‘Queste persone soffrono di un profondo senso di inadeguatezza – si legge su psiconauti.it – e sono convinte che per essere amate devono sempre essere diligenti, amabili, sacrificarsi per l’altro per ricevere il suo amore. Questo significa farsi male. Chi soffre di dipendenza affettiva teme il cambiamento, è ossessionato da bisogni irrealizzabili e da aspettative non realistiche. Queste persone ritengono che occupandosi dell’altro la loro relazioni diventi stabile e duratura. Non si rendono conto che l’amore è un accrescimento reciproco e che gli affetti che comportano paura e dipendenza sono invece destinati a distruggere l’amore. Per chi soffre di dipendenza affettiva – conclude l’articolo – spesso la persona amata è irraggiungibile e l’amore si alimenta dal rifiuto, dalla negazione del sé, dal dolore”. Si tratta di vero amore quindi? Nel libro ‘Donne che amano troppo’, Robin Norwood risponde: “Se vi è mai capitato di essere ossessionate da un uomo, forse vi è venuto il sospetto che alla radice della vostra ossessione non ci fosse l’amore, ma la paura. Noi che amiamo in modo ossessivo siamo piene di paura: paura di restare sole, paura di non essere degne di amore e di considerazione, paura di essere ignorate, o abbandonate, o annichilite. Offriamo il nostro amore con la speranza assurda che l’uomo della nostra ossessione ci protegga dalle nostre paure, invece le paure e le ossessioni si approfondiscono, finché offrire amore nella speranza di essere ricambiate diventa la costante di tutta la nostra vita. E poiché la nostra strategia non funziona, riproviamo, amiamo ancora di più. Amiamo troppo”.

Informazioni e iscrizioni entro il 10 aprile. Rivolgersi a Samarcanda Cooperativa Sociale al mattino (0445 500048) o via mail scrivendo a Sportello Donna all’indirizzo spdonna@comune.schio.vi.it

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