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Schio. 25 aprile di libertà e democrazia: “Vigilare sulle nuove forme di fascismo e intolleranza”

E’ un 25 aprile che invoca giustizia, responsabilità e senso di unità quello che si è celebrato a Schio questa mattina.

Un 25 aprile che ha ricordato la liberazione dal nazifascismo sottolineando le nuove forme di intolleranza, che si manifestano in modi diversi e più ‘moderni’ ma che è altrettanto necessario combattere per ‘estirparle’ dalla società garantendo democrazia e libertà.

I rappresentanti dei comuni di Schio, Santorso, San Vito di Leguzzano, Torrebelvicino e Valli del Pasubio hanno sfilato insieme, da piazza Statuto a piazza Rossi e fino a Santissima Trinità, per ricordare la storia d’Italia.

71 anni fa, nel 1945, il 25 aprile il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (Clnai), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa. Il Clnai emanò dei decreti legislativi e assunse il governo in nome del popolo italiano, stabilendo la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato giustiziato tre giorni dopo.

“Oggi più che mai serve collaborazione tra i comuni – ha commentato Franco Balzi, sindaco di Santorso, che ha aperto l’orazione ufficiale con un saluto introduttivo – Dobbiamo ricordare i morti, ma anche gli ideali di libertà, democrazia e giustizia che questa giornata rappresenta. Ognuno, nel rispetto delle sue responsabilità, deve coltivare il rispetto per il bene comune”.

Quest’anno il comune di Torrebelvicino ha avuto l’incarico dell’orazione ufficiale. Emanuele Boscoscuro, non presente alla cerimonia, ha delegato il suo vice Leone Battilotti che, provocando un po’ di stupore, ha iniziato il discorso ricordando i vittoriosi, ma anche gli sconfitti, debellati poi dalla storia.

Un discorso particolare, un proclama ai valori della resistenza, che si devono applicare alle nuove forme di intolleranza e alle minacce moderne.

“Resistenza, significa ricordare anche chi, allora, ha combattuto contro la povertà e la mancanza di lavoro – ha sottolineato Battilotti – Oggi ‘regna’ la democrazia, ma che insegnamento dobbiamo trarre e insegnare ai nostri figli? Oggi ci sono tre cose da fare: intervenire, resistere e ricostruire – ha spiegato riferendosi alla società attuale e al governo centrale – Intervenire e fronteggiare tutto ciò che mina libertà e democrazia. Resistere alle istituzioni e alla burocrazia centrale, che impongono tagli e sprecano rovinando il paese. Ricostruire, per migliorare la qualità di vita, per eliminare il degrado e per dare solidarietà ai più deboli – ha concluso Battilotti – Il 25 aprile è un avvertimento per vigilare sui valori e sui poteri nuovi che mercificano gli esseri umani e danno la priorità all’economia”.

Ha preso poi la parola Antonio Angelina, presidente Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Val Leogra, che dopo aver denunciato il gesto di qualcuno che ha appeso immagini di Benito Mussolini nella notte, ha tenuto un discorso di stampo più politico che commemorativo.

“Voglio dare voce a chi ha combattuto ideali che sembrano lontani ma non lo sono – ha detto Angelina – Oggi, stiamo assistendo a fenomeni di razzismo, di odio verso il prossimo, ci sono stati che erigono muri per tenere lontani gli stranieri, c’è la caccia al diverso”.

E una denuncia ha colpito anche il governo in carica: “Non si può cambiare la costituzione – ha sottolineato Angelina – perché significherebbe svendere i propri diritti. Nessun americano o francese accetterebbe di cambiare la sua costituzione e anche noi, non dobbiamo farci rubare i sogni. L’essere umano deve essere messo davanti a tutto e non possiamo accettare che i confini vengano chiusi. Anzi – ha concluso – semmai i confini dovrebbero essere aperti a tutto il mondo.

La cerimonia, accompagnata dal Complesso Strumentale Città di Schio, dal Coro sardo Tasis di Isili (ospite del Coro G.e.s.) e da alcuni alunni dell’Istituto Comprensivo ‘Il Tessitore’ di Schio, si è conclusa con la Messa celebrata da Don Carlo Curiele.

Anna Bianchini