“Garanzie finanziarie e ambientali e nessun business per i privati”.
Appoggiato dalla Commissione Consiliare, lo chiede a gran voce Luca Cortese, Sindaco di Sarcedo, che si dice molto perplesso in merito al progetto proposto dal curatore fallimentare che prevede per la discarica Corsea il bando per la nuova gestione e il conferimento di un maggior numero di rifiuti ricondizionati.
Dopo il fallimento del Consorzio Corsea, che ha avuto in gestione la discarica e ha dichiarato fallimento nel suo post-mortem, il comune di Sarcedo si è più volte attivato chiedendo aiuto a Regione, Provincia, Ulss e Comuni, per avere supporto per elaborare una soluzione opportuna per la messa in sicurezza e la gestione della discarica.
Il curatore fallimentare ha presentato nelle settimane scorse un progetto di gestione che prevede l’utilizzo di oltre 400mila mc di MPS (Materie Prime Seconde = rifiuti ricondizionati) per la stabilizzazione del fronte sud del sito, il raddoppio della quantità di percolato trattato da conferire in fognatura (fino a 30 mc/giorno) e il rifacimento ed estensione della copertura del sito (capping). Sarà poi indetto un bando per l’acquisizione della gestione da parte di un ‘probabilmente’ privato il quale avrà l’obbligo di realizzare le opere e avrà naturalmente delle agevolazioni e benefici nello smaltimento dei materiali all’interno della discarica Corsea.
“Un progetto che sembra avere le stesse caratteristiche del precedente – ha sottolineato Cortese – e che per questo ci rende molto perplessi, perché ancora una volta potrebbe comportare un business per i privati e questo è ciò che ha portato all’ultimo fallimento”.
Le questioni che restano in sospeso poi, secondo il primo cittadino di Sarcedo e i suoi collaboratori, sono anche di natura finanziaria. Secondo Cortese infatti, il progetto presentato di recente ha caratteristiche strettamente tecniche, ma non mette in risalto il lato economico, finanziario e ambientale della questione.
“Dobbiamo avere garanzie e certezza su ogni punto – ha spiegato il Sindaco di Sarcedo – ad esempio su chi pagherà le fideiussioni necessarie per realizzare il progetto e su che entità queste avranno. Il Comune ha sempre agito per tutelare la salute pubblica, cercando di essere collaborativo e propositivo per trovare una soluzione condivisa al problema che coinvolge potenzialmente migliaia di persone vista la presenza sotto la discarica di una falda acquifera”.
Cortese si è rivolto ancora una volta a istituzioni di primo piano per cercare supporto e individuare una soluzione. Carta e penna alla mano, ha indirizzato una missiva a Luca Zaia e Achille Variati, rispettivamente presidenti di Regione Provincia e a Giovanni Pietro Dalla Costa, consigliere provinciale delegato all’Ambiente.
“Nel nuovo progetto non sono resi noti i ruoli e le rispettive disponibilità delle diverse proprietà interessate dall’eventuale modifica delle condizioni di gestione post operativa (proprietà ex Corsea e proprietà Sig) – ha commentato Cortese – Non è indicato un piano finanziario allegato al progetto che valuti il rapporto tra costi e benefici e non è stata presentata una bozza del bando di affidamento dove si preveda, tra le altre cose, l’obbligo di gestione post-operativa, le garanzie da presentare, gli obblighi convenzionali con i vari Enti. Non è stato neppure valutato l’impatto sulla viabilità locale della movimentazione di oltre 625mila metri cubi di nuovo materiale e i relativi disagi causati ai cittadini per inquinamento e rumore”.
Questioni fondamentali per dare il via ad un progetto importante, secondo Cortese, che potrebbe avere necessità del parere della Commissione provinciale VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che potrebbe indicare anche eventuali mitigazioni.
“Seppur il progetto sia in fase istruttoria tecnica, come Amministrazione abbiamo l’obbligo di chiedere delle garanzie per poter approvare il proseguo dell’iter amministrativo del progetto – ha sottolineato Cortese nella sua lettera alle istituzioni – L’impatto del fallimento del consorzio che avrebbe dovuto gestire la discarica, dopo averne avuto benefici, ci obbliga a tenere una posizione ferma per non ricadere in errori o inesattezze sottovalutati nel passato.
Pochi mesi fa, ben 40 amministrazioni hanno fatto fronte comune perché questa vicenda non divenisse solo opportunità di un nuovo business per i privati. Il problema attuale di questa discarica è nato dal fallimento del consorzio di gestione composto da centinaia di aziende sane. Pertanto per me – ha concluso il Sindaco – è un obbligo anche morale trovare un modo chiaro e sicuro perché i privati ottemperino ai loro obblighi”.
Anna Bianchini