Una unica Ulss regionale con forti interlocutori locali, meno posti letto, degenze brevi e cure migliori. La sfida del futuro per la Sanità è la de-ospedalizzazione. E una condizione ‘sine qua non’: “I medici non dicano puttanate, non facciano allarmismo e imparino ad essere accoglienti e gentili con i pazienti”.

Non ha peli sulla lingua Luca Zaia, governatore del Veneto, all’ospedale di Santorso per presenziare alla sigla dell’accordo tra il Commissario-DG Giorgio Roberti e un gruppo di industriali rappresentati da Gianluigi Filippi (titolare di Amg), che prevede il finanziamento di alcuni industriali di alcuni progetti proposti dall’Ulss 4.

Una bacchettata a medici e paramedici, colpevoli (alcuni) di aver commentato in modo negativo l’avvio dell’ospedale di Santorso, nato nel 2012 dopo la chiusura dei nosocomi di Thiene e Schio. Una fusione che ha creato qualche scompiglio e che sulla stampa ha spesso avuto risalto negativo, proprio a causa di commenti di alcuni operatori, che descrivevano un “gran caos” tra reparti, corridoi e pronto soccorso. Fughe di notizie che descrivevano cedimenti strutturali e di nervi, a causa di un ‘nuovo modo’ di vivere la sanità.img_1327

“Da 21 Ulss ne abbiamo 9 – ha spiegato Zaia – ma sono ancora troppe. L’ideale sarebbe una unica Ulss regionale, che io non riuscirò a realizzare ma auspico lo faccia chi verrà dopo di me, con forti interlocutori locali. Dei sessantotto ospedali che ci sono in Veneto, non ne chiuderà nemmeno uno. Cresceremo nella qualità e nella tecnologia”.

Sanità fiore all’occhiello del Veneto, ora e sempre secondo il governatore.

“Il mondo è cambiato e la tecnologia è in costante evoluzione – ha sottolineato Zaia –Non si può pensare che la tecnologia del futuro sia quella di garza e bisturi. Ogni ospedale Hub veneto (unica regione in Italia) ha un robot chirurgico Da Vinci. L’ospedale del futuro avrà pochi letti, perché la vera sfida è la de-ospedalizzazione. Cure efficaci, degenza breve, medicina territoriale. Stiamo lavorando al nuovo piano socio-sanitario, il piano industriale della Sanità, che nel territorio vedrà la fusione delle Ulss 3 (Bassano) e 4 (Alto Vicentino) nella Ulss 7 Pedemontana. Ma è la tecnologia ad essere la protagonista degli investimenti, con digitalizzazione, telemedicina, robotica.
Strumenti che, messi nelle sapienti mani dei nostri insostituibili sanitari garantiscono cure all’avanguardia, specificità e precisione delle diagnosi, chirurgia sempre meno invasiva, guarigioni più veloci e meno giorni di ricovero. Dobbiamo rimanere al passo dello img_1334sviluppo tecnologico, altrimenti siamo fottuti – ha detto chiaramente il governatore – Abbiamo la
sanità migliore in Italia, con una media di vita di 83 anni e 2 mesi”.

Una pecca però la sanità veneta ce l’ha. Parola di governatore: “Ricevo molte lettere, ma le uniche lamentele riguardano l’accoglienza. Bisogna imparare ad essere più gentili con i pazienti. Per questo ho voluto alcuni steward, per dare a chi ha bisogno di cure la dolcezza e la gentilezza che merita”.

Anna Bianchini

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