Anche gli azionisti della Banca Popolare di Vicenza possono rivolgersi al Telefono Antisuicidio, nato inizialmente per dare sostegno psicologico agli imprenditori vittime della crisi. Ma ora c’è un’altra emergenza da fronteggiare: c’è un esercito di decine di migliaia di imprenditori, commercianti, pensionati e padri di famiglia, che con la classica mentalità dell’italiano risparmiatore, avevano investito tutto in quella banca, che sentivano come casa propria. Un istituto di Credito che ha avuto la fiducia della popolazone veneta e non solo, proprio perchè sentita come parte del territorio.Così come può essere una parrocchia in un paese, l’asilo nido dove mandi i tuoi figli appena svezzati, convinto di averli affidati a mani sicure.
Ecco perchè gli azionisti della Banca Popolare di Vicenza hanno bisogno di sostegno. Loro non hanno perso solo i soldi per gli studi dei loro figli o l’investimento per una vecchiaia dignitosa. Loro hanno perso qualcosa di più drammatico: la fiducia in qualcuno e qualcosa di cui si fidavano. Il ‘popolo veneto’ è una comunità poco smaliziata, a differenza del Sud Italia, dove con i truffatori e con i raggiri ci convivi e questa presenza ti instilla quella diffidenza che ti fa sgranare gli occhi, che ti fa leggere e rileggere prima di firmare, che ti induce a vedere l’inganno anche quando non c’è.
I veneti hanno un senso d’appartenenza al loro territorio che li ha sempre portati piuttosto a stare attenti allo ‘straniero’, mai a coloro che sentono come un ‘fratello’, solo perchè appartenente alla loro stessa terra. Ecco perchè si sono affidati a chi hanno consegnato i sacrifici di una vita senza mai immaginare di poter essere ingannati. Qualcosa che va ben oltre il danno economico e le eventuali responsabilità giudiziarie. Qualcosa che non ti fa dormire la notte e che ti attanaglia. Un misto di rabbia e dolore per quella fiducia tradita.
Ecco perchè gli azionisti della Banca Popolare di Vicenza ora hanno bisogno di sostegno psicologico perchè qualcuno potrebbe tentare il suicidio.Come ha fatto venerdì scorso, un azionista di Veneto Banca di Montebelluna che ha fatto irruzione nell’ufficio del direttore generale dell’istituto di credito di Montebelluna, minacciando di iniettarsi un’overdose di insulina se non gli fossero stati restituiti i circa 2.500 milioni di euro investiti in azioni. Ad evitare il peggio sono stati i carabinieri, ma l’uomo era disperato e sembrava pronto al gesto estremo. Un fatto emblematico di quello che stanno attraversando gli azionisti delle banche in crisi, che per il momento, vedono solo un buco nero.
Un dramma psicologico, che urge di competenze di una certa professionalità. Le associazioni in questi mesi hanno raccontato la disperazione dei piccoli soci, che hanno perso tutto. ‘Abbiamo salvato più di 100 persone, che volevano suicidarsi – aveva raccontato all’assemblea di marzo, Patrizio Miatello, rappresentante del Coordinamento don Enrico Torta, parlando della disperazione di alcuni azionisti a causa del crollo del valore dei titoli’.
La perdita attuale del denaro e quel senso di frustrazione nel conoscere le cifre da capogiro percepite dai vertici della Bpvi, unita alla lentezza di indagini che si presentano lunghe e delicate, sono un miscuglio di veleno per l’anima e la salute degli azionisti, che sarebbero a rischio.
‘Questo servizio nato per dare aiuto agli imprenditori in difficoltà e diretto dalla dottoressa Emilia Laugelli è importantissimo. Tra le iniziative migliori del Governatore Luca Zaia – spiega il parlamentare thienese della Lega Nord Filippo Busin – Il fatto che sia stato esteso anche alle vittime delle due Popolari Vicentine è opportuno perchè questo dissesto ha rovinato letteralmente la vita di decine di migliaia di persone. Se uno perde in un solo colpo i risparmi di un’esistenza, fatta di lavoro, sacrificio e rinunce, non perde solo il denaro, ma il senso stesso della sua vita’.
Il telefono antisuicidio ha sede a Santorso, all’interno dell’ospedale Alto Vicentino. Il numero verde è 800334343.
Natalia Bandiera