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Sanità Veneto. No ticket, assunzioni e posti letto. Le richieste della minoranza a Zaia

Servizi sul territorio prima di tutto, è quanto chiedono le opposizioni in consiglio regionale in merito alla riforma sanitaria voluta dalla giunta del governatore Luca Zaia.

Sul tavolo della discussione il PdL 23, che ha come oggetto la sanità del Veneto e che ha visto schierati all’unanimità Pd, Lista Moretti, Veneto Civico, Fare, Area Popolare e Movimento 5 Stelle, compatti nel formulare una serie di richieste volte a migliorare il Progetto di Legge.

“Vogliamo una legge che non guardi solo agli uffici – hanno spiegato gli esponenti di minoranza – ma che porti benefici ai veneti in termini di servizi sul territorio”.

Il taglio della spesa, che deriverebbe dalla riduzione delle Ulss da 21 a 9, con evidente diminuzione dei costi della burocrazia, non soddisfa l’opposizione, che ritiene doveroso fare alcune analisi prima di approvare definitivamente la riforma.

Una riforma che prevede l’istituzione dell’Azienda Zero, in pratica una ‘centrale’ a Venezia che gestisce e controlla tutto ciò che ruota intorno alla Sanità della regione, che nel suo progetto di legge include il controllo diretto di tutte le Ulss e che considera gli ospedali prevalentemente un ‘ricovero’ per malati ‘acuti’ mentre i lungodegenti devono rivolgersi agli ospedali di comunità sparsi nel territorio.

“Valutare i numeri e i flussi di utenza prima di definire con precisione il numero delle Ulss”, chiede la minoranza compatta. E la lista
delle proposte continua puntando in modo diretto sui servizi nel territorio: attivazione della medicina integrata, aumento del 20% dei posti letto negli ospedali di comunità entro il 2017, assunzioni di medici e paramedici secondo le reali necessità (oggi in molti lamentano carenza di personale), incremento della quota sanitaria per le Ipab (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza), esenzione dal ticket, mantenimento del ruolo delle conferenze dei sindaci per le politiche sociali e della non auto-sufficienza, congelamento delle schede ospedaliere fino al 2019 e cure odontoiatriche gratuite o agevolate per fasce di reddito. “Si tratta di proposte concrete e non di ostruzionismo – commentano dall’opposizione in Regione – L’obiettivo è ottenere una riforma che possa davvero migliorare la qualità della sanità per tutti i veneti”.