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Sanità. Quando il Privato fa concorrenza al Pubblico. Carraro: “L’Ulss non fa profitto”

Sanità pubblica o sanità privata? E’ una questione su cui si dibatte da tempo. E se da una parte c’è chi difende la sanità pubblica del territorio e la ritiene ancora un’eccellenza, dall’altra parte di stagliano coloro che vedono nella sanità privata una scappatoia a liste d’attesa interminabili, ticket sanitari, codici di pronto soccorso a pagamento.

Segnalazioni che la sanità pubblica territoriale non goda più della bella nomea a cui si era abituati, si percepiscono dalle segnalazioni di cittadini che, attraverso lettere o social network ‘firmano’ il loro disappunto.  

C’è chi si lamenta di aver pagato all’ospedale 76 euro perché  41° di febbre o una scheggia in un occhio sono ‘codici verdi’. E c’è chi non accetta che per una diagnosi si debbano aspettare mesi che, nel caso di malattie gravi, possono risultare fatali.

Luca Zancan, direttore amministrativo del Poliambulatorio (privato) San Gaetano, ha spiegato: “E’ importante ricordare che anche le imprese sanitarie private hanno una mission e un risvolto sociale. ll fatto che il privato eroghi prestazione a prezzo di ticket è un vantaggio per i pazienti (che accedono a prestazioni a basso costo) e anche  per le Ulss stesse (che vedono ridotte le proprie liste d’attesa grazie alla mole di lavoro svolta dal privato). Nella diagnostica intesa come ecografia, analisi del sangue, densitometria ossea o altre indagini di questa portata, abbiamo applicato una politica che ci permette di erogare prestazioni allo stesso costo del ticket o addirittura inferiore. La qualità dei servizi è garantita grazie alle apparecchiature di ultima generazione, all’ingaggio di professionisti autorevoli e alla collaborazione con strutture importanti quali il laboratorio analisi Se.Fa.Mo. di Vicenza. In molti casi quali ad esempio quello del  laboratorio analisi, i prezzi  inferiori al Ticket SSN non sono validi solamente per il ‘lancio’ iniziale, ma sono tariffe vere e proprie. Riusciamo a garantire prenotazioni nel giro di pochi giorni, nessuna fila da rispettare ed un tempo inferiore ai 10 minuti per l’accettazione del paziente e raccolta del campione ematico . “Nei servizi minori quali la diagnostica, il privato è sicuramente in grado di offrire servizi analoghi a quelli del servizio pubblico – ha spiegato Zancan – Il futuro dei piccoli interventi, dell’infermieristica, della diagnostica e delle prestazioni minori si sta in parte orientando verso piattaforme private. Tuttavia il settore pubblico è e sarà sempre un punto di riferimento per  la chirurgia maggiore. In quell’ambito – ha continuato – la sanità italiana eccelle a livello mondiale, sono pochi i sistemi di welfare dove è possibile sottoporsi ad operazioni importanti pagando il solo prezzo del ticket. E’ importante ricordare che in un periodo problematico come l’attuale a livello economico, è normalissimo che il pubblico decida di rivolgere le proprie attenzioni a prestazioni di vitale importanza come la chirurgia maggiore. E’ vero – ha concluso –  che  la crisi ha leggermente peggiorato la situazione rispetto a qualche anno fa, ma allargando lo sguardo al panorama nazionale o internazionale, troppo spesso sembriamo dimenticare quanto siamo fortunati ad avere un sistema pubblico efficiente come quello della nostra Ulss”.

Daniela Carraro, Direttore Generale dell’Ulss 4, difende la sanità pubblica con motivazioni tecniche. “C’è una differenza sostanziale tra la gestione della sanità privata e quella pubblica – ha spiegato – La sanità privata può scegliere le tipologie di prestazione da offrire e di conseguenza si concentrerà su quei servizi che costano al cittadino cifre abbordabili garantendo alla struttura un guadagno significativo. Il privato agisce quindi per un tornaconto economico, mentre l’azienda pubblica non lavora per profitto ed è obbligata a prestare qualsiasi tipo di servizio”.  

Anche per quanto riguarda la liste d’attesa, da alcuni ritenute ‘estenuanti’, Daniela Carraro ha evidenziato che molti cittadini confondo la diagnosi con il controllo. “Il sistema diagnostico è diverso, perché richiede tempi più brevi e le liste d’attesa sono nella norma. Per quanto riguarda il controllo invece è normale che ci possano essere tempi più lunghi. Basta organizzarsi con le prenotazioni. Ad esempio, se il mio oculista mi dice di fare il controllo tra 10 mesi, io lo prenoto subito, così sono sicura di trovare posto”.

La differenza sostanziale secondo Daniela Carraro è l’obbligo della sanità pubblica di essere presente in qualsiasi tipologia di intervento sulla salute del cittadino. “L’Ulss lavora in pareggio, non per guadagnare – ha sottolineato – e nessuna Ulss fa guadagno. La sanità pubblica si occupa di analisi del angue tanto quanto di interventi di neurochirurgia, pertanto è chiaro che si parte da due posizioni nettamente diverse. Per quanto riguarda le liste d’attesa – ha concluso – proprio in questi giorni la Regione sta monitorando la situazione e lo fanno sia per via telematica che di persona”.

Anna Bianchini