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Sanità. Finisce l’era degli infermieri ‘a tempo’ al Pronto Soccorso. Si torna al bisogno reale

Sembra essersi concluso il tempo in cui gli infermieri, nel pronto soccorso, avevano un tempo a disposizione ben preciso per dare servizio al paziente di turno. Né un minuto di più né uno di meno, recitava il regolamento, che ora, secondo il Nursind (sindacato degli infermieri) è stato modificato dalla Regione Veneto che punta ad un servizio di qualità e non di quantità.

Il ‘minutaggio’ è stato sostituito dal ‘fabbisogno effettivo’, quindi se un paziente ha bisogno di un infermiere per pochi secondi, così sarà, se invece un altro necessita di assistenza per un tempo un po’ più lungo, nessuno toglierà questo diritto.

Il sindacato degli infermieri è incredulo però e si chiede se davvero il governatore Luca Zaia e Fabrizio Boron, presidente della commissione Sanità in regione, abbiano deciso di modificare la teoria del ‘minutaggio’ a favore di una più logica interpretazione dei bisogni dei pazienti.

“Ci risulta ancora vigente la delibera che impone un numero preciso di muniti di assistenza per paziente – spiegano dal Nursind – Zaia e Boron dicono di aver rigettato e superato questo concetto a favore di un’assistenza basata sulle reali necessità dei singoli pazienti del pronto soccorso. E chi è ricoverato nei reparti ospedalieri dove l’assistenza è svolta nelle 24 ore non ha diritto ad una assistenza legata ai propri bisogni piuttosto che al tempo minimo (perché in tempo di crisi economica neanche i cittadini del Veneto possono permettersi qualcosa in più) previsto dagli standard? Le persone ricoverate hanno meno valore di chi afferisce al pronto soccorso?”

Già nel 2014, quando entrò in vigore il ‘minutaggio’ Nursind aveva espresso forte contrarietà:  “Oggi prendiamo atto che le nostre critiche sono risultate evidenti anche a chi allora era fautore della nuova teoria di assistenza e che oggi danno ragione a quanto da tempo sosteniamo: in sanità i modelli tayloristici e fordisti forse producono risparmi ma non salute; l’uomo non è una macchina e la sua assistenza non è scomponile in micro processi standardizzati. Ciò che Nursind ha sempre sostenuto, per quanto riguarda l’assistenza infermieristica, è che essa va misurata in quantità (di risorse e di diverse figure professionali) e qualità attraverso degli indicatori di esito perché ciò che risulta essere primario per chi lavora in sanità è l’esito che la propria opera ha sul malato e sulla comunità in cui agisce. Chiediamo quindi al presidente Zaia ed ai consiglieri regionali – concludono da Nursind – di dare conferma che l’assistenza infermieristica ai pazienti non può essere ridotta al ‘minutaggio’, ritirando e modificando la delibera n. 610/2014 e dimostrando così la veridicità delle loro affermazioni evitando la deriva demagogica che chiunque, infermiere e paziente, può sperimentare nelle corsie degli ospedali”.