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Salcedo. Nella voce della gente e dei sacerdoti le attese per il nuovo vescovo Cipolla

Dall’ermo Colle di Sant’Anna a Salcedo, dove da venerdì è iniziata la novena in onore della nonna materna di Gesù così amata e venerata, ieri mattina, all’Eucarestia delle 6 del mattino, erano oltre duecento le persone che gremivano il prato antistante.

Il panorama era come sempre mozzafiato, si intravvedevano la pianura vicentina e quella padovana, fino al Monte Venda sui Colli Euganei; se l’occhio arrivava fin lì, il cuore stamattina si è spinto oltre, fino in terra lombarda, fino a Mantova dove sembrava quasi di vedere in lontananza i fiumi che l’attraversano, dal Po al Mincio, dal Chiese all’Oglio al Secchia. Da questa terra feconda d’acqua, infatti, proviene il nuovo pastore della chiesa padovana, nominato nemmeno 24 ore fa dal papa argentino.

La prima lettura, tratta dal profeta Geremia, sembrava stata scelta ad hoc: ‘Dice il Signore: «Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –  nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra»’. 

A celebrare la messa della XVI domenica del Tempo Ordinario l’Arciprete di Lusiana, don Sante Varotto, fino all’anno scorso co-parroco dell’Unità Pastorale di Zugliano; all’inizio dell’omelia subito un pensiero per il “nuovo germoglio” don Claudio Cipolla, il nuovo pastore della diocesi patavina nominato ieri a sorpresa da papa Bergoglio‘Vi invito – ha esordito il sacerdote – a elevare a Dio fervide preghiere per don Claudio: grazie, Dio, per averci donato un nuovo pastore con il quale camminare per realizzare iltuo Regno’.

Anche la quinta preghiera dei fedeli è stata tutta speciale, tutta per il nuovo vescovo Cipolla, classe 1955, “semplice parroco” lombardo, attento agli ultimi e ai poveri, “prete di periferia” che a Mantova ha realizzato nuove strutture di accoglienza come “C.a.s.a San Simone” per i bisognosi, la “Comunità Mamré per gli immigrati, e “Casa delle Rosa” per le donne in difficoltà.

‘L’ho visto in tv sabato sera, nel servizio del telegiornale – ci  confida Mariangela Carollo, giunta a piedi al santuario da Lugo di Vicenza, dalla contrada Cavallo di Sotto -: il volto è promettente, mi ispira fiducia e semplicità, speriamo che Dio l’assista’. Stessa contrada (Cavallo di Sotto, ndr), stessi sentimenti: Bruna Dalla Costa e Ivette Cappozzo si augurano ‘che sia un uomo di Vangelo, che sapori di umanità e che sia carezza di Dio per gli ultimi’

Raggiunto in sacrestia al termine dell’Eucarestia don Francesco Longhin“anima” della novena di Sant’Anna, da cinque anni instancabile parroco di Salcedo e da sempre confessore al Seminario Minore Vescovile di Padova, si augura ‘che il nuovo vescovo Claudio possa essere, come papa Francesco, un uomo con i piedi ben piantati per terra, che pone la sua tenda in mezzo a quella degli uomini, con i quali condividere gioie e fatiche’. 

Della stessa opinione Francesco Montemaggiore, sempre di Salcedo, che spera, anche a nome di tutti gli altri quarantanove diaconi permanenti padovani, che con il nuovo presule ‘si possa instaurare da subito un clima di famiglia, dove il vescovo, come un buon padre, possa ascoltare i suoi figli’.

Parole queste che ieri mattina sono arrivate da Salcedo anche se ieri è stato un po’ così in tutte le 459 parrocchie della diocesi di Padova, dalla laguna veneziana alle vette bellunesi, passando per le colline del prosecco di Valdobbiadenesi è pregato per il nuovo vescovo Cipolla, che farà il suo ingresso in diocesi nel mese di ottobre. Calvene don Giancarlo Cantarello, parroco anche di Mortisa di Lugo di Vicenza e di Covalo di Lusiana, ha dato sabato immediatamente l’annuncio a tutti i suoi fedeli anche tramite il sito della parrocchia, ‘un vescovo – secondo don Cantarello – alla papa Francesco, che odora di gregge’. 

Sandro Pozza