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Rischio povertà per le famiglie monoparentali: in Veneto sono 165mila

Young woman | Jeune femme et son enfant 10/02/2011

Famiglie monoparentali in difficoltà economica, esposte al rischio di povertà e di esclusione sociale, con gravi disagi quindi sia per i figli che per i genitori. Un fenomeno, questo, che purtroppo è in crescita anche in Veneto, dove secondo il censimento 2011 le famiglie monoparentali sono 165.000. A sostegno delle situazioni di disagio dal 2012 esiste una legge regionale che eroga fondi e prestiti per il pagamento di affitti e spese sanitarie, “ma purtroppo – spiega la Consigliera regionale Cristina Guarda – è poco conosciuta perchè poco pubblicizzata. Inoltre i limiti di reddito per accedere ai contributi erano troppo bassi e le misure devono essere appetibili: non prestiti quindi, ma sostegno economico, proprio nel rispetto degli obiettivi della legge. Per questo ho depositato in Consiglio regionale una proposta di modifiche a quella legge, per far sì che venga potenziata l’informazione e che per accedere ai contributi vi siano procedure semplificate e vantaggiose per le. Ragazze madri, padri single, vedove e vedovi, genitori separati o divorziati che si trovano in una grave o difficile situazione economica, magari per via della perdita del lavoro durante la crisi, sono purtroppo una realtà ormai consolidata in Veneto. Non dobbiamo lasciarli soli. Non lo dobbiamo fare soprattutto per i bimbi e i ragazzi, perché abbiano la possibilità di avere un futuro degno e frequentare la scuola con una certa tranquillità”.

La legge in questione è la n. 29 del 10 agosto 2012. “Nel 2013 grazie a questa legge – afferma Cristina Guarda – 78 famiglie hanno usufruito di contributi per spese sanitarie e 80 per prestiti per le spese di affitto, ma nel 2014 i numeri si sono dimezzati: 40 famiglie aiutate per le spese sanitarie e 34 per le spese di affitto. Ritengo che questo calo sia dovuto proprio alla mancanza di un’adeguata informazione, misure non sempre appetibili e bassi limiti di reddito imposti, ora fortunatamente cambiati per via dei nuovi parametri ISEE stabiliti dalla legge nazionale. Propongo dunque alcune modifiche alla legge, per consentirne una più efficace applicazione, semplificare il procedimento e incentivare le forme di promozione e divulgazione delle misure previste”.
In particolare le modifiche proposte stabiliscono che i contributi siano cumulabili con altri interventi, contributi o finanziamenti concessi nell’ambito delle politiche sociali di aiuto e sostegno alle famiglie e che non siano un prestito, ma un aiuto a fondo perduto. Prevedono inoltre che la Giunta regionale promuova, annualmente o in concomitanza all’emissione dei bandi per l’accesso ai finanziamenti, la conoscenza degli interventi e di tutte le iniziative previste, dandone pubblicità nel proprio sito istituzionale o con ogni altra modalità ed invitando anche i Comuni a compiere tale attività informativa.
“In questo modo – sottolinea Cristina Guarda – si allarga la platea delle persone che possono accedere ai contributi e allo stesso tempo si garantisce una maggiore pubblicità dell’iniziativa”.

Una seconda modifica stabilisce invece che sul provvedimento della Giunta regionale che definisce le priorità tra gli aventi titolo e le disposizioni per la richiesta dei contributi e per la gestione dei fondi la competente commissione consiliare esprima il proprio parere entro trenta giorni, decorsi i quali la Giunta regionale può prescinderne. Inoltre, nella medesima disposizione viene specificato che la Giunta regionale adotti il provvedimento secondo i principi della semplificazione amministrativa, della tempestività nell’erogazione dei contributi ai beneficiari e del sostegno al maggior numero di famiglie monoparentali e di genitori separati o divorziati in situazione di difficoltà economica.
“Mi auguro che il Consiglio regionale voti favorevolmente a queste modifiche – afferma Cristina Guarda -, anche sulla scorta dell’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno firmato anche dalla sottoscritta che lo scorso 13 febbraio chiedeva alla Giunta di garantire la piena efficacia della legge”.