Profughi. Il protocollo d’accoglienza Ulss 4 diventa un modello nazionale
Giornalisti Altovicentinonline
Il protocollo d’accoglienza diffusa dei profughi, che ha tenuto banco nell’Alto Vicentino con le spaccature politiche che hanno fatto divampare non poche polemiche, sarà preso come modello in tutta Italia.
E probabilmente è destinato a diventare un esempio anche a livello internazionale.
Un paio di settimane fa, a Bari, durante l’assemblea nazionale dell’Anci (associazione nazionale comuni italiani), il protocollo realizzato dai sindaci dell’Ulss 4 è stato l’argomento che ha aperto i lavori.
Da questo si possono intuire l’importanza e il significato di un documento che sigla una partnership tra prefettura e sindaci che rappresentano i cittadini.
Franco Balzi, sindaco di Santorso e promotore del protocollo d’intesa, fa il modesto e non si sbilancia. Ma grazie a quanto riferito da diversi sindaci dell’Anci, pare che il ministro voglia incontrarlo per comprendere nei dettagli il documento che ha fatto lavorare controvento la maggior parte dei sindaci dell’Alto Vicentino che hanno aderito.
“E’ un grande riconoscimento per la tenacia con cui ci siamo mossi nel nostro territorio – si è limitato a dire Balzi – I contenuti del nostro protocollo d’intesa, siglato nel settembre 2015, hanno aperto la strada a una sperimentazione coraggiosa che ora il governo intende estendere a tutto l’ambito nazionale. Alla fine, i comuni che hanno aderito all’accordo con la prefettura, hanno avuto la meglio, i fatti lo dimostrano perché se andiamo a vedere la situazione dei rifugiati nei paesi che hanno collaborato, è senza dubbio migliore di quella dei comuni che hanno ‘no’ per partito preso. Per citare un esempio – continua il primo cittadino di Santorso – basta guardare il numero dei profughi di Thiene o quelli del mio comune. Inizialmente me ne erano stati spediti molti più di quelli previsti dal protocollo. Grazie all’intesa, sono riuscito a contrattare con il prefetto facendo scendere di quasi la metà il numero dei rifugiati. In sostanza, è stata rispettata la proporzione di uno o al massimo due profughi ogni mille abitanti del comune accogliente. Nonostante tutte le chiacchiere e le polemiche al vetriolo – conclude Balzi – i sindaci sono riusciti ad avere voce in capitolo con un prefetto che in virtù della collaborazione concessa ci ha sempre accontentati”.