Pokémon Go, il gioco per smartphone più virale del 2016, si prepara a cadere nel dimenticatoio.
Nemmeno il tempo di godersi un successo senza precedenti nella storia della realtà aumentata geolocalizzata che per la app gratuita più scaricata della storia ed è già tempo di imboccare il viale del tramonto.
Sviluppata e lanciata da Niantic il 6 luglio in pompa magna (in Italia il 15 luglio), dopo poco più di un mese ha perso il 25% degli utenti attivi, stanchi di vagare per il pianeta a caccia di Pikatchu e colleghi, vittime di un calo inesorabile di popolarità.
I dati, ricavati dalle agenzie di analisi Sensor Tower, SurveyMonkey e Apptopia e pubblicati da Bloomberg, si riferiscono agli utenti attivi, ai download, al coinvolgimento e al tempo trascorso sulla app, e sono concordi nell’affermare che il declino è molto veloce e costante, e non può essere considerato solo fisiologico e di assestamento.
Fine di un mito virtuale, dunque? In attesa che il tempo ne firmi la condanna, nel dubbio è bene spendere qualche parola in difesa per quello che è stato il primo vero caso di videogame di massa che costringe gli adolescenti a uscire di casa e ad esplorare le meraviglie del mondo, siano esse anche solo il pretesto per trovare un Pokémon raro e farlo allenare in un ring virtuale.
Gli sviluppatori della app ci hanno messo del suo, rimuovendo alcune funzionalità estremamente popolari (come il sistema di tracciamento dei Pokémon nelle vicinanze) e rendendo più difficile la cattura di alcuni Pokémon. Inoltre non va preso sottogamba il consumo eccessivo di batteria, che limita enormemente il tempo di gioco. Ma per queste ed altre problematiche sembra che la casa giapponese Nintendo stia già correndo ai ripari con nuove esaltanti funzionalità, per far tornare la caccia di nuovo interessante.
Marta Boriero