Storie di immigrazione quotidiana non gridata, mettendo in primo piano i sentimenti e il difficile percorso umano verso l’integrazione, sono quelle che il piovenese Lucio Simonato ha raccolto nella sua opera prima ‘Con i loro occhi con la loro voce’ (Cleup, 2014), presentata a Roma nei giorni scorsi, alla libreria Arion di Piazza Montecitorio.
Simonato, 50 anni, impiegato al comune di Schio, sta girando da alcuni mesi il Veneto e l’Italia per far conoscere le vicende semplici di infelicità quotidiana ma anche di lieto fine degli immigrati in Italia, di ieri e di oggi. Alcuni hanno trovato una nuova famiglia, altri sono stati costretti a rifare la valigia e cercare un’altra patria. Ma tutti hanno raccontano al loro intervistatore la propria vita senza filtri e senza retorica. E lui li ha ascoltati senza giudicarli, trascrivendo fedelmente le loro storie.
Oltre alla soddisfazione di avere portato la sua opera così distante da Piovene, Simonato ne ha avuta una ancora più grande ed insperata: l’intervento dell’ex ministro dell’integrazione Cècile Kyenge.
‘L’avevo contattata su facebook già qualche mese fa parlandole del mio lavoro – ha ammesso Simonato – e le ho mandato una copia del libro. Poi ho avuto l’occasione di presentarlo a Roma, allora l’ho contattata di nuovo. La sua segreteria mi aveva detto che aveva un impegno, quindi non ci speravo proprio in una sua visita. E invece è arrivata, ed ho scoperto che il mio libro l’aveva pure letto’.
A riferire le parole della Kyenge, ora deputata europea del PD, Simonato non ha nascosto l’emozione. ‘Mi ha detto che si è informata su di me, ha visto che ero un frequentatore assiduo del suo profilo. Ci vuole coraggio e tenacia, mi ha detto, a seguirmi su facebook. Si riferiva al fatto che la sua pagina è sempre coperta di insulti e cattiverie’.
‘Ho capito che aveva letto il mio libro veramente – ha proseguito Simonato – perché ne ha colto la particolarità, e cioè il fatto che si tratta di racconti che riportano fedelmente il modo di esprimersi di chi narra la storia, con tutti gli errori di chi conosce poco la nostra lingua. Nel racconto di una signora russa vessata e umiliata dal marito, che le diceva sempre: ‘Se sei qui è merito mio, ti ho tolta dalla miseria’, mi ha detto che si è addirittura identificata. Della solitudine delle persone straniere che vengono in Italia, lo ha ammesso anche lei, non ne parla mai nessuno. Manca la famiglia, la cosa fondamentale. Perché quella non possiamo essere noi’?
Le conferenze vengono fatte in collaborazione con l’associazione culturale Ottobre africano e con Vicky Quondamatteo, che si occupa di un progetto di accoglienza per bambini stranieri. Prossimo appuntamento per Lucio Simonato sarà a febbraio, quando presenterà la sua opera agli ospiti di un carcere.
Marta Boriero