Domenica sarà grande festa a Schio, al Palalanzi, in via Martiri della Libertà: dalle 14.30 in poi ci sarà un torneo di calcio a 5 giovanile femminile, un torneo di beneficenza con raccolta fondi per il progetto “Una strada per tutti” (www.unastradapertutti.com), cui seguirà una dimostrazione di calcio paralimpico ed, infine, una partita rappresentativa con la presenza degli amici del Sermig (Arsenale della Pace di Torino).
“Una strada per tutti” nasce attorno alla straordinaria figura di Chiara Lucchini che oggi abita con la sua famiglia a Piovene Rocchette ed è iscritta al secondo anno di Giurisprudenza a Trento.
È direttamente lei a raccontarsi: ‘Sono nata con una malattia genetica rara che mi toglie negli anni la forza muscolare, impedendomi di reggermi sulle mie gambe, ma che allo stesso tempo mi ha sempre concesso di conoscere persone a dir poco fenomenali, grazie alle quali ho imparato a fare spazio, nella mia vita, e mi sono così resa conto che nel concetto di autonomia è il risultato finale che conta davvero.
Per l’università, vivo da sola. Che per me significa vivere attorniata da un sacco di persone che mi aiutano nelle cose – praticamente tutte le azioni quotidiane – che non riesco a fare con la mia unica forza. D’inverno scio. Che nel mio caso vuol dire avere un’amica che ha avuto voglia di imparare a portare il monosci su cui sono seduta, e che io in qualche modo aiuto con la respirazione sincronizzata e lo spostamento di peso ad assecondare le curve.
Negli anni grandi risultati sono seguiti ad ancora più grandi obiettivi. E ogni volta che un sogno, di qualunque genere, si realizzava, subito ne nascevano infiniti altri. Succede ancora. Tant’è che ho un grande obiettivo in testa, un sogno nato qualche anno fa.
Un giorno ho provato a guidare l’auto. Per la poca forza che ho, devo guidare attraverso un joystick che elettricamente muove il volante, accelera e frena. Guido restando seduta sulla carrozzina, così da poter arrangiarmi a salire e andare dove voglio. Abituata come sono a farmi portare di qua e di là nel mondo, l’emozione di poter essere io a muovermi in strada è stata da subito immensa. Ed ecco che in testa si è fissata immediatamente un’immagine: tutti gli amici che sono venuti a prendermi a casa, che mi hanno accompagnato in facoltà e altrove, le persone a cui ho chiesto un passaggio in questi anni, tutti coloro che per un motivo o per l’altro hanno guidato la mia macchina. Per tutti loro: devo poter ricambiare. Voglio telefonare e poter dire “Passo a prenderti alle..”, voglio essere io che quella sera non bevo perché riaccompagno a casa gli altri, voglio andare a prendere i miei cuginetti a scuola quando ce n’è bisogno.
Un poco alla volta, combattendo e cercando informazioni in tutta Italia, sono riuscita a conseguire la patente nell’aprile dell’anno scorso. Fortunatamente infatti ho conosciuto un’azienda di Treviso che si occupa di allestimenti per la guida e il trasporto di persone disabili, e che ha acquistato l’auto con il sistema di guida a joystick – anche grazie all’aiuto di sponsor, attraverso il progetto Space Drive Italia, mettendola a disposizione di un’autoscuola. Il passo successivo è quello di riuscire ad acquistare la macchina adattata, che per le tecnologie così evolute ha per me e la mia famiglia un costo proibitivo.
È nata così, grazie ancora una volta al contributo di amici, l’idea di realizzare qualcosa, che però andasse oltre all’unico obiettivo dell’auto per me. Assieme all’Associazione “Mauro Baschirotto”, che si occupa di ricerca e informazione nel campo delle malattie rare come anche la mia, abbiamo pensato di coinvolgere il maggior numero di persone possibili e raccogliere fondi: un po’ per raggiungere questo mio sogno, ma anche per un sogno più ampio’. In bocca al lupo, Chiara!
Sandro Pozza