“Carte dell’Isis sequestrate in Libia, e ora il Presidente del Copasir, ci confermano quello che da tempo era plausibile accadesse e che uomini di vertice del Viminale si ostinavano a negare: se non l’ha già fatto nei mesi scorsi, ora l’armata sconfitta del Califfato potrebbe imbarcarsi sui barconi dei profughi e approdare indisturbata sulle nostre coste. Vogliamo ancora continuare a negare, far finta che il problema non esista e lasciare che un’immigrazione senza regole e gestita in modo dilettantesco si trasformi in un massiccio attacco allo Stato, alla sicurezza e incolumità dei cittadini, alle libertà democratiche?”.

 

Lo sostiene il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, a fronte delle notizie provenienti dalla Libia e confermate dagli organi parlamentari di controllo, secondo cui nei piani dell’Isis ci sarebbe l’alimentazione delle rete terroristica in Italia attraverso l’utilizzo degli sbarchi di profughi sulle nostre coste.

 

Immigrazione:110 sbarcati a Corigliano, assistenza da Comune“Qualche settimana fa il Procuratore nazionale antimafia aveva lanciato un allarme. Ora che i sospetti si stanno trasformando in certezze – prosegue Zaia – sarebbe davvero criminale lasciar correre colpevolmente e proseguire, come si è fatto finora, come se nulla fosse, nel disordine organizzativo e nella pura gestione di emergenze che si susseguono senza soluzione di continuità. Sappiamo bene come qui in Veneto si fossero già radicati e operassero pericolosi reclutatori. Gli stessi che, confermano in queste ore i servizi antiterrorismo tedeschi, operano nei campi profughi per radicalizzare dei disperati”.

 

Taranto, arrivo dei profughi libici da Lampedusa“Occorre dunque modificare radicalmente la strategia con cui fronteggiare l’arrivo dei profughi sulle rotte del Mediterraneo – prosegue il Presidente del Veneto -. Visto e considerato che nessuno, lo ribadisco per l’ennesima volta, vuole lasciar morire gente in mare, bisogna che, una volta intercettati, i presunti profughi vengano immediatamente portati in un porto libero o liberato del Nord Africa. Qui si procederà all’identificazione più approfondita possibile, si separeranno i veri profughi dagli immigrati economici (che sono i due terzi del flusso), si indagherà il più possibile approfonditamente sui sospettati. E a quel punto, ma soltanto a quel punto, si aprirà il canale umanitario per chi davvero fugge da orrori e morte certa, per stenti o per guerra”.

 

“Lo predico da almeno due anni, ora i cambiamenti politici in Libia rendono ciò possibile. Non ci vengano a dire, come sempre, che si tratta di un piano impossibile. Perché, se così fosse, vorrebbe dire allora che l’invasione è programmata, voluta e, volendo pensar male, per qualcuno forse anche remunerativa”, conclude Zaia.

 

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