“Finalmente una proposta da parte dell’opposizione: peccato sia impraticabile; non sanno nemmeno di cosa parlano. I Consiglieri Dem Zanoni e Guarda hanno affermato che sarebbe opportuno prendere in seria considerazione di trasferire la Superstrada Pedemontana Veneta ad ANAS che è una società privata, una S.p.a., e agisce come un normale concessionario”. Lo afferma Silvia Rizzotto, Capogruppo di Zaia Presidente in Consiglio regionale del Veneto.

“La Regione – sostiene Rizzotto – che solo dal 1 gennaio 2017 ha preso in carico la questione Superstrada Pedemontana Veneta dopo la precedente gestione commissariale governativa, non può trasferire un’opera ad un soggetto terzo concessionario, ammesso che questo sia anche interessato. Semmai la Regione può trasferire l’opera Superstrada Pedemontana Veneta direttamente allo Stato, se questo è disponibile. E allora, che i Consiglieri Democratici si attivino presso il loro Governo affinché si prenda in carico l’opera che, ricordo, ha valenza nazionale e sarebbe quindi ovvio che se ne occupasse lo Stato. Non a caso, fino al 31 dicembre scorso, la vigilanza sull’opera era affidata ad un commissario nominato dal Governo”.
“Ora è stata scaricata alla Regione – prosegue la Capogruppo – ma questo non significa che lo Stato se ne possa disinteressare. Quindi, ben venga che lo Stato se la prenda in carico e poi la affidi ad ANAS, cosa questa che la Regione non può certo decidere in modo autonomo. Troppo comodo dire che se ne deve occupare la Regione e che lo Stato ha già messo circa 600 milioni di euro nell’opera: considerato il residuo fiscale che lasciamo a Roma, intervenire per realizzare un’opera strategica come questa è il minimo che lo Stato debba fare”.
“La necessità della manovra fiscale dell’addizionale Irpef – ribadisce la Capogruppo di Zaia Presidente – è indispensabile solo per i vincoli del fiscal compact, non certo per pagare la Superstrada Pedemontana Veneta. Che lo Stato allora ci esoneri e la manovra non sarà necessaria”.
“In ogni caso – conclude Rizzotto – l’unica soluzione concreta percorribile per consentire di finire l’opera il prima possibile e pagare tutti gli espropriati ed i fornitori è quella proposta dalla Giunta Zaia; nessun’altra proposta è stata avanzata dall’opposizione: solo critiche e disinformazione”.

La proposta del Pd

‘Dopo aver ricevuto un contributo quasi esclusivamente pubblico per la sua realizzazione, e dopo la diffida di Impregilo a Zaia, sarebbe ora di prendere in seria considerazione l’ipotesi del trasferimento della Pedemontana all’ANAS, visto che il concessionario SIS non ha i soldi per realizzarla”.

Lo sostengono i consiglieri regionali Cristina Guarda (Alessandra Moretti Presidente) e Andrea Zanoni (Partito Democratico), che spiegano come “Zaia, che ha gettato la maschera in aula consiliare dopo 718 giorni di bugie (visto che in campagna elettorale aveva disseminato tutti i Comuni di manifesti giganti ‘sei per tre’ con la promessa di non tassare i veneti) ora punti più a salvare il concessionario SIS, insolvente, che l’opera stessa. Un’operazione cui si aggiungono i pedaggi che penalizzeranno i cittadini del territorio, privandoli di un sistema di collegamento viario gratuito”.
“Senza dimenticare gli espropriati – continuano i consiglieri di minoranza – che da almeno tre anni attendono di essere pagati: sono loro che ci dicono che pagheranno tre volte la Pedemontana. Ed il Presidente Zaia, invece di schernirsi di fronte alle giuste contestazioni, dovrebbe piuttosto ammettere i gravissimi errori commessi nella gestione del progetto”.
“Errori – sottolineano Guarda e Zanoni – che non si inventano certo le Forze politiche di opposizione, ma che sono verificati da una particolareggiata deliberazione della Corte dei Conti: incerta la sostenibilità finanziaria dell’opera, un contratto con condizioni sfavorevoli al pubblico e ‘tristemente’ favorevoli al privato, per non parlare dei costi, cresciuti notevolmente, superando, con gli oneri capitalizzati, i 3 miliardi, anche a causa delle rimodulazioni richieste per correggere alcuni grossolani errori di progettazione ed alcune opere compensative”.
“Inoltre – chiosano Cristina Guarda e Andrea Zanoni – alcune opere di raccordo non sono previste dall’accordo: siamo davvero sicuri della loro realizzazione? Anche questa volta ci tranquillizzerà, Presidente Zaia?”.
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