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Al sit-in dell’Arcigay arrivano anche dall’Alto Vicentino. Stella: ‘Basta politica dormiente’

Gli omosessuali dell’Alto Vicentino invocano la ‘sveglia’ del mondo politico.

Sono arrivati a Vicenza per partecipare al flash mob ‘Nessun Dorma’ anche da Thiene, Schio e dintorni e armati di cuscini e sveglie hanno fatto sentire la loro protesta a ‘chi sta in alto’ per fare in modo che i diritti degli omosessuali, da chiacchiere si trasformino in fatti.

‘Nessun dorma’ organizzato ieri, a Vicenza da Arcigay ai piedi della Loggia Capitanio, vicino alla Basilica Palladiana, ha visto coinvolte una ventina di coppie omosessuali che, armate di cuscini e sveglie, si sono sdraiate per lanciare un segnale chiaro e forte al mondo ‘inerte’ della politica e delle istituzioni.

Dopo il monito di Strasburgo, che ha giudicato l’Italia ‘colpevole di violare l’articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti umani, che sancisce il ‘rispetto per la vita privata e familiare’. L’Italia è stata infatti accusata di non aver fatto rispettare l’obbligo di assicurare che le coppie dello stesso sesso possano disporre di uno specifico inquadramento legale che garantisca loro il riconoscimento e la protezione delle unioni tra coppie omosessuali.

Mattia Stella, 38enne di Dueville, presidente Arcigay,  che lavora come supervisor nel settore alberghiero, era lì, per dare forma al flash mob che invoca la ‘sveglia’ del mondo politico e istituzionale italiano.

“Come ha testimoniato la Corte di Strasburgo – ha spiegato Stella – i nostri governi hanno ‘dormito’ sugli argomenti che trattano la tutela delle coppie dello stesso sesso. La sveglia simbolica che abbiamo dato, richiama alla sentenza europea di qualche giorno fa e vuole richiamare l’Italia a legiferare in materia in modo veloce e concreto. Non si tratta solo di possibilità di contrarre matrimonio, ma di un sito giuridico che si occupi di materia legislativa a favore delle coppie dello stesso sesso”.

I problemi degli omosessuali infatti non riguardano solamente la sfera discriminatoria che può derivare da pregiudizi, preconcetti o una semplice ideologia contraria, ma sono decisamente più concreti. E se anche una persona omosessuale decidesse di infischiarsene del pensiero altrui, alla fine si ritroverebbe a dover ‘pagare lo scotto’ in termini legali e burocratici.

“La tutela dei diritti delle coppie omosessuali non riguarda la sfera emotiva – ha sottolineato Stella – ma si riferisce a burocrazia vera e propria. Da anni ci sono decreti depositati in Commissione Giustizia al Senato, ma finora non si è fatto nessun passo in avanti. Noi ci sentiamo cittadini di serie B perché quando è il momento di pagare le tasse siamo chiamati a farlo come tutti, ma quando chiediamo che ci venga riconosciuto il diritto alla famiglia, questo ci è negato”.

E anche qui, non si tratta di pura sfera emotiva. Perché diritto alla famiglia significa anche avere tutela legale del partner nel momento in cui lui o lei non sia capace di intendere o agire, avere un ruolo  legale nella vita dei figli del partner qualora ce ne fosse bisogno, partecipare e condividere a tutto tondo le questioni burocratiche di quella che comunemente si definisce una ‘famiglia.

Il flash mob dell’Arcigay è durato circa un’ora, destando la curiosità dei passanti, che incuriositi dall’inusuale e pacifica forma di protesta, si sono limitati a fotografare o commentare a bassa voce.

“Non eravamo tantissimi – ha commentato Stella – ma è comprensibile, perché non è facile far venire tante persone a dormire a terra con questo caldo. Il nostro scopo era attirare l’attenzione della stampa locale su questo tema, perché a livello nazionale abbiamo avuto già una buona eco, ma a livello locale serviva un po’ di spinta. Ben vengano – ha continuato – le azioni simboliche che smuovano l’opinione pubblica. Il prossimo obiettivo è l’approvazione del decreto legge Cirinnà. Ora c’è una sentenza della Corte Europea e della Corte Costituzionale e di Cassazione Italiana che dovrebbero portare a qualche sbocco positivo per la tutela delle coppie omosessuali. In Italia ci sono ancora in atto campagne strumentali che mirano a far apparire il mondo omosessuale come pericoloso, come se potessimo forzare l’orientamento sessuale degli etero per trasformare tutti in gay. Per fortuna – ha concluso – ci sono anche associazioni democratiche o partiti progressisti aperti al dialogo che ci aiutano a contrastare le crociate ideologiche che vengono fatte contro di noi”.

Anna Bianchini