Non si tratta solo di cibo sgradito o mancanza di vestiario adeguato. La fretta nel sistemare i numerosi profughi arrivati nel vicentino ha costretto il più delle volte ad una sistemazione di fortuna non idonea all’accoglienza di numerose persone, con impianti non a norma o mancanza di servizi igienici.
Il 9 luglio scorso Mosè Squarzon, Sindaco di Monte di Malo, si è visto letteralmente scaricare 11 profughi in centro paese senza essere nemmeno avvisato. Da allora, sta lottando per far valere la legalità e toglierli da una abitazione che risulta inagibile già dal primo giorno del loro soggiorno ma che i proprietari, cittadini del Bangladesh, a causa di lungaggini burocratiche, riescono ancora a tenere ben stretta con dentro i loro ospiti.
“Da più fonti so che si sono lamentati per il cibo e per la sistemazione – ha dichiarato il Sindaco – L’assistente sociale ha provato a fare da mediatrice con la cooperativa di Monselice che li ha in gestione per riuscire a trovare una soluzione, ma quel che si è trovata di fronte è stato solo indifferenza ai loro bisogni”.
Al momento i profughi se ne stanno tranquilli in attesa di ciò che potrebbe aspettare loro. “Non hanno creato mai alcun disturbo – ammette Squarzon – di giorno li puoi trovare quasi sempre nel campetto che giocano a calcio. Sono piuttosto isolati, non hanno fatto amicizia con nessuno e nessuno è venuto a lamentarsi di comportamenti di disturbo. Ma a parte questo, ho promesso ai miei cittadini che avrei fatto rispettare la legalità. Non posso permettere che continuino ad abitare in una casa sprovvista di agibilità. Per quanto riguarda l’accordo col Prefetto Soldà – ha concluso – sono ben deciso: almeno 6 se ne devono andare. Per il nostro paese il numero di profughi che ospitiamo oggi è troppo alto”.
Marta Boriero