Appesi a un filo ci sono 11mila posti di lavoro in Italia, di cui 4.400 nel Veneto e 1.600 nella provincia di Vicenza. L’intervento di Atlante e il nuovo assetto di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca stanno delineando uno scenario inquietante secondo i sindacalisti di Cgil, che temono che l’ipotizzata fusione tra i due istituti rischi di portare poco di buono.
Un sistema bancario debole, con gli effetti della Brexit che premono a livello europeo, hanno portato Cgil a riflettere su conseguenze devastanti per l’economia del territorio, che si troverebbe ad affrontare una contrizione del credito con inevitabili ripercussioni negative sull’occupazione.
“Gli aumenti di capitale delle due banche venete sono stati sottoscritti dal fondo Atlante con 2,5 miliardi di euro – ha sottolineato Gianpaolo Zanni, segretario generale di Cgil Vicenza – Lo scenario che va a prefigurarsi è inquietante e rischia di produrre forti negatività per tutto il territorio”.
Il perché è presto spiegato. Secondo Cgil, la sovrapposizione delle strutture centrali e delle filiali delle due realtà produrrebbe, soprattutto in Veneto, un numero enorme di esuberi di lavoratrici e lavoratori. Inoltre, molte imprese del territorio, soprattutto medie e piccole, subirebbero le conseguenze di un’inevitabile contrazione del credito, con prevedibili e ulteriori riflessi negativi sull’occupazione.
Dai sindacati arriva quindi un monito: “Gli errori e le responsabilità del top management non devono ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori, in alcuni casi diventati capri espiatori in quanto visibili e riconoscibili dai risparmiatori truffati – ha spiegato Zanni – La bomba fatta trovare alcune settimane fa davanti alla filiale della Popolare di Vicenza a Brescia, riassume la drammaticità del momento. Il risanamento delle due popolari dovrà prevedere soluzioni per la tutela dei risparmiatori coinvolti, essere al servizio del tessuto produttivo locale e garantire la difesa occupazionale. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca occupano assieme a livello nazionale circa 11.000 dipendenti di cui 4400 nel Veneto e 1600 in provincia di Vicenza. Tutti questi posti di lavoro vanno difesi ad ogni costo, assieme a tutti quelli dell’indotto e degli appalti che altrimenti saranno i primi a pagare il conto della crisi delle due banche”.
Per approfondire questi argomenti, la Camera del Lavoro di Vicenza ha organizzato un dibattito pubblico. L’appuntamento è per mercoledì 20 luglio alle 20.30 all’Hotel Alfa di Vicenza.