Un cazzotto nello stomaco le parole di Luca Mercalli, metereologo, responsabile dell’osservatorio meteorologico di Moncalieri, presidente della Società Metereologica Italiana e docente universitario.
Determinato, preparato e preoccupato, alla Mostra dell’Artigianato, Mercalli ha parlato di ‘istruzioni per l’uso del pianeta terra’, per spiegare alle centinaia di presenti che “se gli uomini continuano a trattare la terra come stanno facendo, tra pochissimo tempo le temperature e le acque saliranno e ci saranno inondazioni e desertificazioni”. Sul palco con lui il sindaco Piera Moro e i rappresentanti di categoria Dario Dalla Costa (Confartigianato), Emanuele Cattelan (Confcommercio), Roberto Segalla (Cna) e Roberto Palù (Coldiretti).
Uno scenario tragico, del quale si discute da decenni, ma ci voleva Mercalli, con il suo fare coinvolgente e appassionato ad aprire gli occhi. Attaccato alla nostra terra, della quale apprezza il mais Marano, che coltiva persino nel suo orto in Piemonte, Mercalli ha spiegato come conciliare progresso tecnologico e rispetto per l’ambiente e soprattutto, ha fatto capire chiaramente che “non c’è più tempo da perdere”.
Clima
L’uomo vive seguendo le sue abitudini e le attuali abitudini dell’uomo hanno portato ad un
Habitat
Con l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento delle acque la terra subirà uno stravolgimento. Il clima della Pianura Padana si potrà paragonare a quello tropicale, con tasso di umidità e calore decisamente superiori a quelli attuali. Andando avanti così, lo scioglimento dei ghiacciai sarò inevitabile, con conseguente rialzo del livello del mare. Tra i disastri che ne deriveranno, Venezia avrà l’acqua alta 365 giorni all’anno e dovremo dire ‘addio’ ai meravigliosi atolli sparsi nell’oceano.
“Il clima è malato – ha spiegato Mercalli – Ed è paragonabile alle malattie del corpo umano. Se non vengono curate peggiorano e possono portare alla morte”.
Agricoltura e allevamento
L’agricoltura di domani sarà molto diversa da quella di oggi. Se cambiano le condizioni climatiche, l’umidità e il suolo, è impossibile pensare che potremo coltivare quello che coltiviamo oggi. La cosa si riflette anche sugli allevamenti, perché gli animali non accettano lo stravolgimento delle loro abitudini alimentari, morirebbero tutti.
Intervenire sui cambiamenti climatici oggi, che l’uomo ha ancora un buon margine di azione, costerebbe l’1% del Pil. Se si aspetta, tra qualche anno la situazione sarà talmente peggiorata che il costo sarà pari al 20% del Pil.
Investimenti e progresso
L’uomo deve investire in strutture a basso impatto ambientale, deve investire sulla qualità. Stop a imballaggi inutili, pannelli per energia solare al posto di boiler, auto elettriche, cibi sani, energie rinnovabili. “Ormai siamo andati ben oltre le capacità del pianeta di rigenerarsi – ha sottolineato Mercalli – L’uomo deve intervenire in fretta”.
Tempi
I tempi sono strettissimi. “Gli uomini credono di avere ancora tempo, ma non è vero – ha spiegato Mercalli – Vogliono legare i tempi del pianeta a quelli dell’economia, ma è un errore clamoroso. Alla scienza non basta l’accordo di Parigi, i tempi sono molto più stretti. Il processo di guarigione del pianeta deve essere molto più rapido, una cura intensiva. Le temperature si alzeranno comunque, dobbiamo fare in modo che si alzino di 2 gradi invece che di 5.
La stampa
I giornalisti sono per lo più ignoranti sul tema, per questo non sono in grado di fare buona informazione. Si pensi che in Svizzera è stato bocciato un referendum sull’ambient. E nessuno nel mondo ne ha parlato. L’ignoranza della stampa è un problema non solo italiano, ma europeo e mondiale.
Grandi opere
Le grandi opere devono essere fatte in base al loro reale valore, costo e impatto ambientale. Il Mose ad esempio, si rivelerà inutile se il mare si alzerà come si prevede. Soldi buttati quindi, ma anche intervento inutile sulla terra. Lo stesso vale per la cementificazione quando si parla i strade, dighe, industrie e zone residenziali.
Ruolo della politica
La politica deve guidare la cultura del rispetto per l’ambiente. Molti comuni agiscono, ma le leggi dovrebbero essere di portata nazionale, dovrebbero esserci leggi dello stato.
“Da 30 anni a scienza ha messo in guardia sui problemi climatici e le loro conseguenze – ha sottolineato Mercalli – Gli scienziati conoscevano la malattia del clima, ne hanno fatto una diagnosi precoce anche quando i sintomi non erano evidenti. La mala gestione della questione ‘clima’ è come un infarto per l’essere umano. Ora bisogna agire e accelerare i tempi. La crescita e lo sviluppo tecnologico sono in antitesi con la salvaguardia del clima e del pianeta – ha concluso Luca Mercalli – Proprio per questo, se l’uomo vuole vivere con la sua tecnologia, deve assicurarsi di utilizzare il meglio che c’è sul mercato e fare tutto ciò che è in suo potere per avere il minore impatto possibile sull’inquinamento del pianeta”.
Anna Bianchini