“Negli ultimi giorni la pandemia causata dal Covid è molto cresciuta e non possiamo aspettare una sua esplosione per prendere provvedimenti. La trasformazione in Covid Hospital dell’Ospedale di Schiavonia, come di tutti gli altri con questa caratteristica, è assolutamente temporanea ed ha anche uno scopo precauzionale. Dobbiamo essere pronti a fronteggiare un’eventuale ondata e a non sballottare i malati inviandoli fuori provincia, come è successo nei giorni scorsi proprio nella provincia di Padova”.
Lo dice oggi il Direttore Generale della Sanità veneta, Luciano Flor, in relazione alla situazione nel padovano e alle polemiche seguite all’individuazione dell’ospedale di Schiavonia come Covid Hospital.
“Cominciando da Schiavonia – aggiunge Flor – assicuro che l’ospedale sarà ripristinato in tutte le sue funzioni. Garantisco che, comunque, rimangono aperti e funzionanti l’oncologia, la dialisi, il settore materno infantile, il settore parto, i servizi psichiatrici e il primo intervento di emergenza-urgenza. Siamo anche impegnati a recuperare personale, soprattutto del comparto, per dare sollievo alla pressione in atto. Non vogliamo andare oltre – precisa Flor – con l’utilizzo delle risorse interne dell’ospedale, ma cerchiamo di sostenerlo. Abbiamo anche impegnato gli Ospedali di Comunità di Piove di Sacco e Camposampiero, mentre rimane Covid-free l’ospedale di Montagnana per rispondere alle esigenze della Bassa Padovana”.
Più in generale, Flor fa notare che “in questo momento stiamo chiedendo uno sforzo a tutti gli ospedali della regione e del padovano. In tutti si decide di giorno in giorno, a seconda dell’andamento della pandemia e dei ricoveri, la migliore organizzazione per la sicurezza dei malati. Avere reparti con pazienti Covid e non Covid è un rischio che nessuno vuole correre, motivo per il quale scelta di concentrare i malati in alcune strutture è una scelta obbligata”.
Facendo il quadro dei pazienti positivi negli ospedali padovani, Flor riferisce che “a Schiavonia stiamo assistendo 34 malati in area medica e 9 in terapia intensiva; al sant’Antonio di Padova ci sono 35 pazienti in area medica e 14 in terapia intensiva. In generale in provincia di Padova è in corso un grosso sforzo. Qui sono ricoverati 46 positivi sui 125 di tutta la regione. 29 di questi 46 sono assistiti in Azienda Ospedaliera. Tutto ciò porta a notare che il 36% dei Covid-positivi del Veneto è in rianimazione nel padovano. Stiamo lavorando nell’ottica di una distribuzione in tutti gli ospedali della provincia, tranne Camposampiero dove sono in corso lavori alla rianimazione e i malati intensivi vengono gestito in pronto soccorso. Va da sé – conclude Flor – che in tutti gli ospedali padovani oggi assistiamo malati di Covid, sia nei reparti ordinari che in rianimazione”.