Un sindaco giovane, che parla della sua città come un uomo folgorato da una bella donna. Francesco Enrico Gonzo, 34 anni, primo cittadino di Isola Vicentina, non conosce mezzi termini. Impegno, dedizione, ascolto e soprattutto presenza. Un carattere forte, testardo e decisionista come deve essere un amministratore, che si placa solo quando canta in chiesa o riceve una vecchietta nella sua ‘sala ovale’. “La politica è una missione e io sono a servizio di tutti – dice – Quindi se non sapete qualcosa, invece di sparlottare, venite a informarvi”.
Lei è un sindaco giovane e parla come se fosse innamorato della sua città. Che cos’è l’impegno politico per lei?
Per me la politica è una missione. Prima di essere eletto sindaco sono stato consigliere di minoranza e mi sono appassionato. La campagna elettorale è stata stimolante, l’ho vissuta con il cuore e avevo sempre la sensazione di fare del bene. La mia politica punta al cambiamento ed è basata sui contenuti dei miei progetti, non sugli attacchi agli avversari.
Che città è Isola Vicentina?
E’ un posto dove si sta bene. A differenza di altri comuni, che soffrono per svariati problemi, qui non abbiamo tante questioni da risolvere. Pertanto siamo più concentrati sul miglioramento che sul cercare soluzioni. Isola ha molti residenti giovani che lavorano, perché il mercato immobiliare è competitivo e alle giovani coppie conviene stabilirsi qui. Siamo lungo l’asse Vicenza-Thiene-Schio, per cui è anche comodo spostarsi per andare a lavorare. Abbiamo il minor numero di immigrati stranieri della provincia e le infrastrutture sono buone. Isola è il baricentro della provincia.
Una piccola oasi tra a comuni che litigano per i profughi, o combattono perché non hanno soldi…
Abbiamo problemi come tutti, ma li risolviamo senza clamore. Il fatto di avere tanti giovani che lavorano è una risorsa per tutto. E’ chiaro che anche qui dobbiamo darci da fare per far quadrare i conti e tenere le cose in ordine, ma abbiamo una base solida. E guardiamo sempre avanti.
Ma qualche problemino ci sarà…
Troppo traffico sulla statale Pasubio, che attraversa Isola. Voglio infatti affrontare l’argomento con la Provincia. Anche perché il casello di Malo, previsto per la Pedemontana, appesantirà il traffico. Dobbiamo trovare un modo per moderarlo. Mi interessa rivitalizzare il commercio, dare sprint alla vita sociale. Il comune ha tante proprietà immobiliari dismesse e dobbiamo riutilizzarle. Abbiamo un sacco di progetti al riguardo. E poi abbiamo 200mila euro in meno nel bilancio, a causa delle due fornaci che non danno più il reddito a cui si era abituati.
Quindi anche lei perde il sonno per qualcosa…
A dire il vero i problemi mi stimolano, perché li vedo come opportunità di miglioramento. Abbiamo tre zone industriali, di cui due molto attive. Le colline non sono più popolate come un tempo, ma sono bellissime l’aria è buona per cui ci stiamo lavorando.
Con progetti concreti?
Certo. Stiamo sviluppando il Centro Naturalistico Bosco della Guizza, diciassette ettari comunali di bosco meraviglioso in pieno centro cittadino. 450mila euro di costo, dei quali 250mila arrivano dalla Regione. Ristrutturiamo la casa del custode e poi sistemeremo e rimapperemo tutti i sentieri. Un progetto di cui vado particolarmente orgoglioso. Le nostre colline sono una grande opportunità.
Ci spieghi…
Lo spopolamento va combattuto. Capisco il rischio idrogeologico e le difficoltà logistiche, ma uno dei capisaldi della mia campagna elettorale era lo sviluppo delle nostre colline. Il territorio deve essere presidiato, altrimenti si rovina. Per farlo bisogna viverci. Tra l’altro ci siamo resi conto di avere una grande opportunità di reddito nelle nostre colline. Stiamo lavorando alla stimolazione della tartuficoltura, perché il terreno è perfettamente idoneo.
Lei è un ‘presenzialista’. Dalla provincia al consiglio comunale, alle sagre, alla messa della domenica. Come fa?
Prima di tutto mi piace. Mi piace stare in mezzo alla gente perché solo così capisco di che cosa hanno bisogno. Amo le sagre, ma questo anche perché sono giovane e una birra in compagnia fa sempre bene. Le riunioni politiche sono fondamentali per il ruolo che ricopro. E a messa ci sono sempre andato e ci andrò sempre. Da 10 anni canto anche nel coro ‘Voci del Pasubio’ e ammetto che me la cavo bene. Sono cattolico praticante e in chiesa sono lettore liturgico. Lo facevo prima e continuo a farlo ora, con il consenso del prete.
E poi avete associazioni e tanto volontariato, che sono sempre un punto fermo per le amministrazioni comunali.
Guai se non ci fossero. Sono 67 le associazioni in paese, che sono attivissime e organizzano eventi in continuazione. Oltre a dare contributi concreti alla città, tengono anche viva Isola.
Lei è giovane, ha un sindaco a cui si ispira?
Mi piacciono la professionalità e la lungimiranza di Achille Variati (Vicenza), la voglia di rompere gli schemi di Valter Orsi (Schio) e la saggezza di Robertino Cappozzo (Lugo di Vicenza). Guardo tutti, cerco sempre di imparare. Però ammetto che mi sento perfettamente a mio agio nel ruolo di sindaco: imparo se c’è da imparare, ma so fare il mio lavoro.
Pregi di Francesco Enrico Gonzo?
So ascoltare, sono paziente, sono lungimirante, sono fortunato di natura, ho un profondo senso di responsabilità, provo una passione profonda per quello che faccio e so dare valore alle piccole cose.
Difetti?
Sono testardo, forse un po’ vanitoso. In alcuni casi peccherei di presunzione, nel senso che ho l’indole di quello che spacca la testa al toro, però siccome il mio ruolo non me lo permette, faccio un passo indietro e mi confronto. Diciamo che ho imparato a mediare, anche se non è nel mio dna. Sono molto esigente, anche nella vita privata.
Le piace essere sindaco?
Molto. Mi ci sto abituando, Ma sono consapevole di essere solo in prestito. Per questo voglio fare del mio meglio, per rendere i miei cittadini orgogliosi della loro città. Io sono uno di loro, ma sono quello che decide per loro. Essere primo cittadino include una serie di valori, che devi avere anche come persona, altrimenti prima o poi cade il palco. I miei cittadini mi hanno scelto e io voglio che sappiano di aver fatto la scelta giusta.
Il momento più emozionante?
Quando sono stato eletto, alcuni miei professori di scuola mi hanno chiamato per farmi le congratulazioni. Non so se loro se ne siano resi conto, ma per me ricevere la loro telefonata è stata un’emozione incredibile.
Anna Bianchini