Vaccini si o vaccini no?Secondo appuntamento con Suono e Movimento, martedì scorso, a Palazzo Toaldi Capra di Schio. Giuseppe Parise, medico chirurgo e ‘punta di diamante’ dell’ospedale di Santorso, dove è responsabile del laboratorio di allergologia, ha affrontato il tema del vaccino antiinfluenzale, cercando di spiegare quando sia davvero necessario e quando invece sia da considerarsi inutile, se non potenzialmente “dannoso”.
Partendo dal concetto di “immunità”, intesa come stato di protezione per il nostro organismo, l’esperto ha spiegato quanto importante sia per il corpo umano la capacità di creare un esercito di anticorpi efficace prima che il virus colpisca. Le vaccinazioni, afferma l’ospite, servono proprio a questo: viene introdotta nell’organismo umano una piccolissima quantità di agenti infettivi inattivati (virus o batteri, uccisi o attenuati) che imitano l’infezione e stimolano la naturale reazione immunitaria facendo produrre all’organismo difese proprie, gli anticorpi, che riconoscono l’agente patogeno responsabile della malattia e lo neutralizzano.
La campagna antinfluenzale ha l’obiettivo di vaccinare il 95% della popolazione a rischio e di età superiore a 65 anni e il periodo previsto e destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione è a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre. L’obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale – afferma l’OMS – è la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave. In Europa, l’influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale, per questo una tempestiva ed efficace azione di prevenzione può rivelarsi estremamente utile per la tutela della salute dei soggetti maggiormente a rischio, ossia gli over 65.
La prevenzione primaria, sostiene Parise, è fondamentale: misure di igiene e protezione individuale come lavarsi bene le mani dopo essere stati in luoghi pubblici e coprire bocca e naso quando si starnutisce, si rivelano gli strumenti preventivi meno invasivi e più facili da attuare.
La prevenzione farmacologica, invece, si basa proprio sul vaccino, e viene raccomandata dal Ministero della Salute per i casi ritenuti maggiormente a rischio, tra cui gli individui che superano in 65 anni d’età, le donne tra il secondo e terzo mese di gravidanza, gli individui affetti da obesità, il personale di ospedali e case di riposo… Un elenco che continua, forse un po’ troppo, e che, a detta di Parise, figura poco differenziato non entrando nello specifico dei diversi casi.
È necessaria e auspicabile dunque una riflessione più ponderata sulle fasce da considerare davvero a rischio e perciò da tutelare: dopotutto più del 90% degli influenzati guarisce in pochi giorni e senza ulteriori complicazioni. In caso di dubbio riguardo al vaccino, il consiglio migliore resta quello di affidarsi al proprio medico di famiglia, la figura professionale più indicata a dare consigli a riguardo proprio perché conosce il paziente meglio di chiunque altro.
Alessandro Mafrica