L’ordine del giorno promosso dai Verdi in seno al Consiglio regionale del Trentino Alto Adige per frenare l’idea di un prolungamento autostradale verso nord, fa sussultare anche il fronte veneto.
Una presa di posizione forte dopo che il 21 gennaio 2019 il Consiglio di Stato, in ultimo grado di appello, ha annullato la delibera del CIPE del 10 agosto 2016 su un ricorso promosso dal Comune di Besenello, interessato in sede di progetto preliminare all’uscita e raccordo della Valdastico Nord con l’autostrada del Brennero. Un’opera quindi di nuovo fermata dall’iniziativa delle popolazioni e delle amministrazioni locali.
A questo si somma, nei primi mesi del 2021, una Sentenza della Corte di Cassazione che respingendo il ricorso della Holding A4 contro il Comune di Besenello in merito al progetto di prolungamento dell’A31-Valdastico Nord, ribadisce che il progetto sulla parte veneta dell’autostrada risulta “illogico e incongruente” senza un piano generale che comprenda anche l’eventuale tracciato trentino.
Nel testo invece approvato lo scorso fine settimana, i consiglieri della regione a statuto autonomo impegnano il parlamentino con sede a Trento ‘ad opporsi al progetto di prolungamento verso Nord della A31 della Valdastico e al suo collegamento alla A22 del Brennero, qualsiasi sia il punto dell’innesto, poiché tale opera creerebbe un nuovo corridoio per traffico leggero e pesante dal nord est italiano verso nord attraverso il Brennero, lungo un asse già congestionato, con un pesante aggravamento dell’inquinamento e della minaccia alla salute delle popolazioni residenti in Trentino Alto Adige/Südtirol; a dare mandato a coloro che in rappresentanza della Regione siedono in enti, società e istituzioni, e innanzitutto ai propri rappresentanti nella società Autobrennero, di intraprendere ogni azione utile per opporsi al progetto di prolungamento verso Nord della A31 della Valdastico e al suo innesto nella A22 del Brennero, qualsiasi sia il punto dell’innesto’.
Un’iniziativa politica concertata che ha portato SVP a votare con PD e appunto i Verdi, mandando di fatto la Lega in minoranza: gli echi della sortita, sono arrivati anche nel Vicentino dove la notizia è stata accolta con soddisfazione, tra gli altri, dalla consigliera regionale di EV, Cristina Guarda: “In Veneto la maggioranza leghista presenta progetti di legge sulle giornate ecologiche per poi costruire strade su strade. Noi di Europa Verde esprimiamo soddisfazione per quanto avvenuto, perché da tempo ribadiamo la necessità di investire in infrastrutture capaci di soddisfare gli indirizzi politici che ci giungono dall’Europa: meno cemento, maggiori investimenti su rotaie o altre forme di trasporto più sostenibili. Sulla stessa linea sono poi i comitati e le associazioni di cittadini che da anni si oppongono alla Valdastico e all’impatto indelebile che questa opera avrà sullo stato di salute della nostra regione. Non possiamo continuare a dopare il Veneto di asfalto, investiamo seriamente su una mobilità che sappia coinvolgere i Comuni e la collettività senza gravare su un territorio già fortemente provato da decenni di politiche scellerate dal punto di vista della sostenibilità”.
Ed è proprio il Comitato ‘Val D’Astico Libera‘ a cogliere l’assist di quanto successo a Trento e ribadito da Guarda: “E’ ora che ci si renda conto che siamo all’ultima fermata, che il consumo di suolo e lo sfruttamento del territorio ha un costo che non è meramente quello della costruzione, ma ha dei costi sociali ed ambientali che possono essere stimati in ordini di grandezza, piuttosto che in percentuali, rispetto al mero costo dichiarato. Plaudiamo alla mozione approvata in Consiglio Regionale e confidiamo che anche altre forze politiche in territori contigui abbiano il coraggio di cambiare realmente, e non solo di facciata, un modello di sviluppo che ci porta a sfruttare insensatamente il territorio”.
M.Z.