Il grido d’allarme. ‘L’azienda zero ha demolito l’impianto socio- sanitario’
Giornalisti Altovicentinonline
Il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha tenuto nei giorni scorsi, una conferenza stampa dal titolo ‘Dall’Azienda Zero a zero assunzioni, zero autorizzazioni, zero ospedali di comunità, zero medicine di gruppo’, per denunciare, come afferma il capogruppo in Consiglio regionale, Stefano Fracasso “la paralisi del Sociale in tutto il territorio regionale dopo la riforma, voluta da Zaia, del sistema sanitario regionale correlato alla ridefinizione dell’assetto organizzativo delle Aziende Ulss. Per quattro mesi abbiamo fatto opposizione in aula consiliare, paventando questo grave rischio che ora purtroppo si è materializzato a danno dei cittadini. Durante questo tempo, abbiamo raccolto il grido di allarme di un territorio che si sente tradito dai tanti proclami del Governatore. La situazione è questa: nessun nuovo posto letto, nessun rinnovo contrattuale per gli operatori del settore, non sono stati attivati i servizi indispensabili per garantire l’assistenza nelle Case di Riposo e in altre strutture territoriali. Denunciamo quindi questa inaccettabile paralisi dei servizi socio- sanitari di prossimità. I reparti attivi nel territorio, che prima garantivano ai cittadini risposte adeguate ai loro bisogni assistenziali, come la medicina di famiglia, le cure palliative, i servizi per l’infanzia e l’adolescenza, le neuro- psichiatrie, le dipendenze, ora gravitano interamente sulle spalle delle famiglie venete. Siamo di fronte ad un problema di organizzazione, in termini di strutture e di risorse umane, laddove in molti reparti mancano persino i Primari. Ma evidentemente, il solo intento perseguito dalla Regione è quello di tagliare risorse senza investire nel territorio. Il nuovo Piano Socio Sanitario regionale aveva spostato il baricentro della Sanità veneta dagli ospedali al territorio (distretti), ma questa seconda parte della riforma è stata completamente disattesa dato che i servizi territoriali sono stati depauperati di risorse e mezzi”.
Il consigliere Claudio Sinigaglia rilancia la critica alla Regione affermando come “nel 2013, Zaia aveva promesso che non ci sarebbe stato alcun taglio sostanziale di posti letto, dato che ad una riduzione dei posti presso gli ospedali avrebbe corrisposto, nelle stesse proporzioni, un incremento dei posti letto presso gli ospedali di comunità, ma ciò non è in realtà mai avvenuto e i veneti sono stati ancora una volta presi in giro. In tutto il territorio regionale, provincia per provincia, almeno per tutto il 2017, le strutture territoriali rimarranno bloccate senza poter dare risposta ai bisogni assistenziali delle famiglie. L’Assessore alla Sanità Coletto dovrebbe investire i risparmi sbandierati proprio sugli ospedali di comunità, rilanciando quel modello di integrazione socio- sanitaria che è sempre stato un fiore all’occhiello per la nostra Regione”.
Per Bruno Pigozzo “la nostra preoccupazione maggiore è che la Regione sta demolendo l’impianto socio- sanitario che è sempre stato un modello di eccellenza, in grado di realizzare una vera integrazione tra l’ambito sociale e quello sanitario. Il Veneto era il pioniere di questo efficiente modello integrativo che per tanti anni ha fatto scuola ed è stato esportato con successo in Italia e nel mondo. Ora invece, la riforma di Zaia ci sta portando indietro di quaranta anni, in quanto si considera solo l’aspetto della patologia in senso stretto, senza tener conto del contesto in cui il paziente è ospitato. I servizi territoriali non sono più in grado di far fronte adeguatamente ai bisogni assistenziali dei cittadini. Manca la giusta proporzione: una Ulss con un milione di abitanti è dotata delle stesse risorse di una che ‘gestisce’ solo duecentomila cittadini”.
Il collega Graziano Azzalin osserva come “i risparmi tanto sbandierati da Zaia non si vedono e, se ci fossero veramente, allora andrebbero investiti per rilanciare le strutture territoriali. Ma per il Governatore, evidentemente, la Sanità è solo un mezzo per fare propaganda politica e l’efficienza socio- sanitaria della Regione, prima tanto sbandierata, ora si è tradotta in paralisi, non ci siamo. Il problema più rilevante è di livello organizzativo. In Polesine, ma anche in tutto il Veneto, c’è carenza di posti letto di comunità, manca il personale. Andrebbe ripensata anche l’organizzazione dei Pronto Soccorso, in un contesto più ampio che miri a garantire alle famiglie adeguati livelli di assistenza, potenziando la medicina di gruppo nel territorio, che potrebbe così decongestionare l’accesso ai Pronto Soccorso”.
Per la consigliera Orietta Salemi “l’ospedale di comunità ricopre un ruolo strategico nell’organizzazione socio- sanitaria territoriale della Regione ed invece, ora, viene meno al proprio compito per colpa di questa inspiegabile paralisi che sta ritardando l’avvio dell’esercizio di tante strutture territoriali già accreditate, quindi perfettamente operative. Nel veronese, in particolare, vi sono quattro strutture e novantasette posti letto in ‘standby’. Così, gli operatori del settore e le famiglie si trovano in una situazione di pesante disagio. Zaia aveva voluto la riduzione dei posti letto negli ospedali per dirottare corrispondenti risorse a beneficio degli ospedali di comunità, che avrebbero dovuto rappresentare il nucleo, la ‘testata d’angolo’ di tutta la riforma sanitaria. Peccato che invece le strutture siano ferme, il personale assunto non viene impiegato e così il territorio non riceve risposte alle sue legittime esigenze di salute ed assistenza. Non capisco, poi, perché non sia stata finanziata la medicina di gruppo integrata”.
Francesca Zottis chiede “che la Regione faccia chiarezza sui finanziamenti da erogare alla medicina di gruppo integrata e che vi sia omogeneità nella distribuzione delle quote sanitarie per garantire la necessaria assistenza e adeguati servizi nelle Case di Riposo per anziani. Non è infatti ben definito il parametro in base al quale vengono distribuite le spese sanitarie, occorre quindi chiarire gli opportuni criteri di omogeneità. E’ inutile poi parlare di programmazione e pianificazione socio- sanitaria, da parte della Regione, se manca la dovuta attenzione per il territorio a cui vengono sistematicamente sottratte risorse. Da Zaia, fin’ora, solo proclami e promesse, purtroppo non mantenute”.
Il Gruppo consiliare del Partito democratico chiede quindi “il ritiro della Deliberazione di Giunta n. 2174 del 23 dicembre 2016 ‘Disposizioni in materia sanitaria connesse alla riforma del sistema sanitario regionale’, che ha contribuito a determinare questa inaccettabile paralisi dei servizi territoriali, e che lo stesso provvedimento, in quanto tipico atto di programmazione, venga esaminato dalla competente Quinta Commissione consiliare permanente”.